Giovani agricoltori

Benedetta Dolecki, la ragazza del vino di Aldeno: a fine anno le prime bottiglie col suo marchio

La giovane ha il padre polacco, una laurea in lingue e un master al Gambero Rosso. «Ho scelto il biologico perché  sogno un mondo in equilibrio tra agricoltura e ambiente»


Carlo Bridi


ALDENO. Ancora una volta siamo a raccontare la storia di una donna del vino, una giovane che proviene da una famiglia tutta impegnata sul fronte dell’istruzione, papà professore universitario di matematica, mamma professoressa e artista, nonno maestro ad Aldeno dove ha insegnato per tanti anni.

La nostra protagonista di oggi, fin da ragazzina ha sempre avuto la passione per il cibo e successivamente per il vino. Il cognome dell’Est Europa è dovuto al fatto che mamma aveva studiato in Polonia dove aveva conosciuto un giovane che sarebbe diventato suo marito. Parliamo di Benedetta Dolecki, laurea in lingue, master al Gambero Rosso a dimostrazione della sua passione per cibo e vino. «Il mio obiettivo – racconta - è sempre stato quello di valorizzare i prodotti del nostro territorio, cominciando dal primo impiego in quel di Roma nel campo del food and wine e poi in Trentino dove mi sono sempre occupata sia della comunicazione, che del marketing, che dell’organizzazione delle visite in cantina presso varie cantine del territorio, tra cui le Cantine Ferrari».

«Ma ad un certo punto era forte la voglia di mettermi in proprio per mettere alla prova non più per altri ma per me le competenze sul fronte imprenditoriale. Ma ben presto mi sono resa conto che era necessaria una maggiore formazione specifica nel campo agricolo, di qui la scelta di frequentate nel 2019-2020 il corso delle 600 ore organizzato da Fem per il conseguimento del brevetto professionale agricolo. Un corso molto interessante che mi ha colmato diverse lacune. Poi la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento in azienda visto che partivo ex novo. Ora sono in graduatoria ma prima di chiedere la liquidazione del premio devo completare il monte ore necessario per la conduzione dell’azienda».

L’organizzazione dell’azienda.

La superficie complessiva dell’azienda è pari a 2,5 ettari parte dei quali è coltivata a erbe aromatiche: tra cui timo, salvia, lavanda, calendula, monarda (un fiore molto pregiato per aromatizzare i cibi), ed altre erbe che coltivo a Cimone. Per la valorizzazione di queste erbe la giovane ha una collaborazione con Areaderma, ditta di cosmetica, ma ci sono anche altre collaborazioni abbozzate per il futuro. Tutte le erbe come del resto le viti sono coltivate con il metodo biologico. La maggior parte dell’azienda è coltivata a viti delle varietà Gewürztraminer, Sauvignon Blanc, Schiava e Merlot. Ultima varietà messa a dimora è lo Chardonnay in zona vocata con le uve del quale punto a fare il Trentodoc metodo classico. «Tutte le uve vengono vinificate in purezza, e per il momento mi appoggio alla cantina di un amico in quanto la mia cantina è ancora a livello di progettazione».

La scommessa è iniziata nel 2021 e Benedetta è titolare d’azienda, si avvale anche di una collaboratrice che le dà una mano e saltuariamente dei familiari. Le prime bottiglie saranno messe sul mercato a fine estate, «presumibilmente con il marchio che ho già ideato, “Benedict”».

Il sogno nel cassetto della giovane è interessante: «E' quello di abbinare i miei vini alla fotografia con foto scattate durante tutte le fasi della stagione produttiva con l’obiettivo di valorizzare la gamma che realizzerò attraverso i social». Alla classica domanda se dopo tre anni è pentita della scelta, netta la risposta: «No per niente, ovviamente ho dovuto superare delle difficoltà ma ho già avute le prime soddisfazioni che mi aiutano a superare gli ostacoli che in ogni attività imprenditoriale si possono trovare».

La dottoressa vignaiola ha grande attenzione all’ambiente: «Il mio sogno sarebbe arrivare ad avere un mondo in perfetto equilibrio fra terre coltivate ed ambiente. So che è difficile ma io cerco di dare un piccolo contributo avendo adottato da subito il metodo biologico su tutte le mie colture».

Alla domanda su come intende commercializzare i suoi vini, dopo aver promosso la vendita di tanti vini in altre aziende, Benedetta risponde che partirà prima con il mercato locale con i privati e sul canale Ho.re.Ca, per poi sfruttare i canali che ha già creato in passato sia in Italia che all’estero.

Fra i suoi hobby al centro rimane quello della fotografia, una passione che coltiva da anni, ma anche la corsa, senza disdegnare la ricerca del buon cibo, «ma mi diletto anche in cucina e amo trovare gli abbinamenti cibo-vino. Ad esempio al Sauvignon Blanc abbinerei un buon formaggio morbido e cremoso di capra».

Benedetta conclude la chiacchierata con una dichiarazione puntuale: «Dopo anni di studio e lavoro ho trovato finalmente qualcosa che unisce la mia indole e tutto il mio percorso di vita e di studi: vita rurale dell’infanzia, esperienze internazionali e creatività che fanno parte di me, e sono il percorso di un vino dal vigneto alla sua promozione e vendita».













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