Settimana lunga, ipotesi deroga 

Arco, a Prabi scuola anche di sabato per le classi attuali: il Consiglio dell’istituzione voterà a breve



ARCO. Se per il prossimo anno scolastico la speranza di poter contare su una scuola media che articoli fin dalla prima le lezioni nell’arco di sei giorni alla settimana è definitivamente tramontata, qualche spiraglio si apre invece per quei ragazzi e quelle famiglie che quell’opzione l’avevano esercitata al momento dell’iscrizione gli scorsi anni. Garda Scuola ha infatti confermato che manterrà inalterata la sua offerta formativa, ovvero un tempo scuola distribuito su cinque giorni con sabato e domenica liberi: dopo un week end di riflessione, il presidente della cooperativa Carlo Modena si è arreso, dichiarandosi impossibilitato, in un così breve lasso di tempo, a improvvisare un percorso educativo che necessita invece di una progettazione ben più precisa e meditata. Eventualmente se ne riparlerà l’anno a venire, sempre che l’utenza manifesti interesse per questo tipo di opzione.

Qualcosa può invece cambiare per gli alunni delle attuali classi a modulo che frequentano la scuola media di Arco. Il dirigente scolastico Maurizio Caproni convocherà per l’inizio della settimana prossima una seduta straordinaria del consiglio dell’istituzione con all’ordine del giorno l’approvazione della deroga relativa alle classi che hanno già iniziato il loro percorso sui sei giorni settimanali. Ovviamente tutto dipenderà dai toni del dibattito e dalla votazione finale, sui quali ovviamente la dirigenza può ben poco. Tuttavia si tratta di appellarsi al buon senso e, soprattutto, alle motivazioni espresse dalla stragrande maggioranza dei genitori dei ragazzi che frequentano sui sei giorni in una lettera recapitata qualche giorno fa alla dirigenza dell’istituto e ai rappresentanti delle istituzioni amministrative arcensi. In quella sede gli utenti facevano notare l’anomalia di un cambiamento così importante in corso d’opera, capace di mettere in crisi un’organizzazione familiare ormai consolidata, e puntavano il dito contro le difficoltà che si creerebbero ad una struttura, la mensa, che già oggi non è considerata fra i punti di forza della scuola: sarebbe indispensabile dare vita a doppi turni e obbligare così alcuni ragazzi a frequentare il pomeriggio ben quattro ore di lezione, oltre a quelle mattutine. Ecco perché i genitori di questi ragazzi si aspettano dal consiglio dell’istituzione una decisione che permetta di salvaguardare i diritti acquisiti senza ledere quelli di chi li deve ancora acquisire. (g.r.)













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