Arco, decolla il teleriscaldamento 

Escluso il collegamento con la centrale di Riva, ci sono due ipotesi al vaglio di Ags: appoggiarsi ad Arconvert o Aquafil


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Il teleriscaldamento ad Arco sta tornando in auge e a portarlo avanti con convinzione è Ags che ha iniziato a sondare il terreno tra le aziende arcensi oltre che con la stessa amministrazione. Si è avuto mercoledì sera il primo colloquio di quasi due ore per presentare ufficialmente il progetto alla presenza del direttore generale di Alto Garda Servizi Ruggero Moser. Ags ha così illustrato quelli che sono i piani sul lungo periodo per la realizzazione di un teleriscaldamento arcense, autonomo e scollegato da quello di Riva del Garda. Proprio per questa sua autonomia è prima di tutto necessario trovare una fonte di calore sufficientemente potente da poter alimentare l’intero impianto, al pari della Cartiera di Riva.

In questi mesi quindi Ags si è mossa per sondare il terreno principalmente con Aquafil e Arconvert del gruppo Fedrigoni. L’assessore Tomaso Ricci, presente all’incontro ha spiegato quanto è gli è stato mostrato. «Ci è stato raccontato quanto fatto fino ad ora nel Comune di Riva e quello che vorrebbero realizzare ad Arco - spiega Ricci -. Le loro intenzioni sembrano solide e si sono già mossi per capire dove locare la centrale di cogenerazione. Sono andati da Aquafil e Fedrigoni - continua Ricci -, industrie che già possiedono una loro centrale». Stando all’analisi fatta, Aquafil non avrebbe sufficiente potenza in quanto tutto il vapore è riutilizzato per la quasi totalità. Eventualmente si dovrebbe realizzare all’interno dello stabilimento una nuova centrale più potente che dia un esubero da immettere nelle tubature del teleriscaldamento. Sul fronte Arconvert, invece, l’azienda ha degli impianti obsoleti e questo potrebbe renderla potenzialmente interessata alla manovra. Tutto, però, dipenderà dalle sorti dello stabilimento da poco passato sotto il controllo della Capital Bain. Ags, oltre alla centrale di cogenerazione, per poter dare avvio al progetto abbisogna di almeno 20 grandi utenze. Anche su questo fronte ci sono già i primi possibili candidati. Su tutti l’Azienda sanitaria con l’ospedale che sarebbe in procinto di mettere mano alla propria centrale termica. Per dimensioni analoghe e comodità di gestione Alto Garda Servizi guarda a Eremo, alla Fondazione Comunità di Arco e ai grandi condomini oltre che agli edifici pubblici. «Il progetto ha una sua ratio ed è per certi versi interessante - ammette Ricci -. È anche vero che noi abbiamo appena sistemato la caldaia dell’ufficio tecnico e quella delle scuole. Dall’altro lato il teleriscaldamento - chiarisce - ti porta un risparmio netto tra il 10% e il 15%, ti elimina i controlli periodici e tutte le norme che comporta un locale caldaia. Infine si possono recuperare spazi proprio dalla dismissione delle caldaie».















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