«Il consiglio comunale poteva anche aspettare» 

Smarcamento ad Arco. Il vicesindaco Bresciani non ha gradito la convocazione in streaming «Mi sono confrontato anche con l’assessore Gottardi, il sistema non garantisce tutti i diritti»


Gianluca Ricci


Arco. La convocazione del consiglio comunale prevista per lunedì prossimo è prematura: ad affermarlo è il vicesindaco Stefano Bresciani, che in sede di capigruppo, l’altro pomeriggio, non ha voluto appoggiare la decisione portata avanti dalla maggioranza e si è assentato dalla riunione in videoconferenza al momento del voto, anche per evitare che la sua posizione e quella del Patt fossero equivocate o ritenute strumentali. «Capisco la volontà espressa dal sindaco Betta di tornare quanto prima alla normalità – ha dichiarato al riguardo Bresciani – ma, messi sul piatto della bilancia i pro e i contro di una decisione di questo tipo, noi del Patt abbiamo ritenuto che non ci fosse alcun motivo valido per accelerare le procedure. Per noi è inconcepibile pensare di organizzare una seduta consiliare in questa situazione, anche perché le modalità scelte, quelle della videoconferenza, non garantiscono il rispetto di alcune prerogative fondamentali sia per i cittadini che per i consiglieri».

La nota

Prima ancora che venisse discussa la proposta, Bresciani aveva inviato a tutti gli interessati una nota in cui richiamava i precetti indicati qualche giorno fa dal presidente regionale Arno Kompatscher e, successivamente, dall’assessore provinciale Mattia Gottardi, con il quale si è confrontato non più tardi di ieri, ricevendo conferma alla correttezza del suo ragionamento. «Il sistema che si è deciso di adottare non garantisce una serie di diritti: innanzitutto quelli dei cittadini, ai quali non so come si potrà fare a rendere pubblica la seduta, come prescritto, a meno che in quattro giorni non si riesca a mettere in piedi una trasmissione in streaming affidabile, operazione piuttosto improbabile di questi tempi; in seconda battuta quelli dei consiglieri: quando avvisavo del rischio a cui ci si sarebbe sottoposti se si fosse dovuta votare una delibera a scrutinio segreto, mi riferivo proprio a questo: e non serve andare ad immaginare chissà quali arzigogoli bizantini, basterebbe il rinnovo di una commissione consiliare per esporsi al rischio dell’annullamento delle delibere».

Lo spiraglio

Una soluzione ci sarebbe, però: «La Provincia sperimenterà a breve per le sedute del consiglio un sistema elaborato dalla Tim attualmente in prova presso il consiglio regionale della Liguria: sarebbe bastato aspettare un mese e avremmo magari avuto lo strumento adatto per salvare capra e cavoli. D’altronde punti urgenti e indifferibili all’ordine del giorno non ce ne sono, compreso quello della nota variante richiesta da Villa Regina per trasformare il terrazzo in solarium da destinare alla riabilitazione: di pazienti che necessitano di questo tipo di intervento purtroppo ce ne sono sempre meno, almeno finché durerà questa epidemia, non serviva accelerare. Per questo noi del Patt parteciperemo in base agli impegni e decideremo se votare in base all’argomento: lo dico senza alcuna volontà di fare polemica, cosa di cui in questo momento non c’è alcun bisogno, ma solo per dare le informazioni necessarie a comprendere ciò che il sindaco aveva detto durante la videoconferenza di lunedì».













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