Commercio, i negozi Bresciani da 100 anni nel cuore di Riva 

La storia. Tutto cominciò nel 1919 con il capostipite Bepi. Dalla bottega di piazza Cavour avviò un piccolo impero, aprendo tre attività diverse, sempre in centro storico. Oggi la festa preceduta dalla messa celebrata da don Luigi Bresciani


gianfranco piccoli


riva. Fanno parte di quella solida rete di commercianti rivani sino ad oggi immuni alle logiche del turn over feroce e del franchising che rende le vie delle città del mondo un po’ tutte uguali. Famiglie che costituiscono da decenni il telaio dei dettaglianti del centro storico rivano, che con i loro nomi e le loro vicende raccontano un pezzo di storia della città. 

Stiamo parlano dei Bresciani, che come gli Armani (ottica e gioielli), i Danti (abbigliamento), o i Lorenzi (casalinghi), solo per citarne alcuni, hanno trasformato un cognome in un marchio conosciuto da tutti, non solo a Riva del Garda. Proprio oggi questa numerosissima e nota famiglia rivana festeggia i 100 anni di attività. Lo fa con una messa celebrata nella chiesa arcipretale da don Luigi Bresciani, sacerdote figlio del capostipite “Bepi”, e con una cena fra parenti al Belvedere di Varignano. Scelta non casuale, visto che il locale famoso per la carne salada era caro a Bepi Bresciani.

Ad onor del vero, spulciando gli archivi, l’attività commerciale dei Bresciani ha origini ancora più lontane. Secondo i registri parrocchiali, nel 1720 un Bresciani lasciò Lonato per aprire sulla sponda nord del Benaco un negozio di parrucche. Precedente che ben si lega all’apertura nel 1874, da parte di Ippolito Bresciani, di una bottega di taglio capelli in piazza Cavour, dove poi è arrivato un tabacchino. È poi il turno di Giuseppe Bresciani, che nel 1919 torna nella sua Riva del Garda dopo anni in cui la vita l’ha rischiata più volte.

Il fondatore

Fervente irredentista, Bepi venne arrestato dalle autorità autostroungariche e condannato a morte. Evitò l’esecuzione con la grazia concessa da Francesco Giuseppe: la pena capitale venne commutata in carcere duro. Tra questo e la prima linea sul fronte russo con la divisa austroungarica, Bepi preferì la seconda (il che la dice lunga sulle condizioni delle carceri dell’epoca), salvo poi concludere la Grande Guerra con la divisa italiana nella Legione dei volontari trentini. 

Nel 1919, dunque, Bepi tornò a Riva, trovando la bottega di papà Italo in piazza Cavour sventrata da una bomba italiana probabilmente sparata dal fronte del Baldo. Lì ripartì con il negozio di taglio dei capelli, e aggiungendo l’acconciatura per signore. Nel 1922 il trasferimento dell’attività nello storico locale di via Mazzini, lo stesso di oggi, dove accanto agli altri servizi aggiunse anche la parrucchiera per signora, con annessi e connessi. Ovvero con la vendita di essenze femminili che lo portavano ogni settimana a rifornirsi dei migliori prodotti a Milano. Tra il 1929 e il 1930 il grande salto (affiancato da Gina Sisler, prima collaboratrice e successivamente moglie) con l’apertura del negozio di souvenir in piazza Battisti e successivamente il negozio di articoli da Regalo in piazza Garibaldi. 

I Bresciani negli anni sono sempre stati fedeli a sé stessi, ringiovanendo la proposta merceologica ma sostanzialmente mantenendo intatta la vocazione iniziale: profumeria (e ora anche abbigliamento) in via Mazzini, souvenir in piazza Battisti e articoli da regalo (Mondo Giocattoli) in piazza Garibaldi.

Nel 1955 Bepi Bresciani morì in modo tragico e prematuro in un incidente sul ponte di Torbole. Spettò quindi ai figli (otto quelli messi al mondo da Gina) prendere in mano le redini delle tre floride attività. Elio e Maria sono stati per decenni presenza fissa nel negozio di souvenir, Riccardo e Gianni (quest’ultimo scomparso) ai giocattoli e Sandro e Ippolito (anche lui scomparso) ai souvenir. Luigi, come detto, ha seguito la vocazione sacerdotale, mentre Lidia è rimasta nel commercio, ma nei negozi Zamboni (altra nota dinastia della Busa), avendo sposato Enrico Zamboni.

Anche oggi le attività sono saldamente nelle mani dei Bresciani, arrivati a questo punto alla terza generazione: Cristina e Sara sono titolari della profumeria, Giuseppe e Maria Vittoria guidano il negozio di souvenir (entrambe le attività sono raggruppate nella società Bresciani 1919), mentre Mondo Giocattoli è di Vittorio Ferraglia (la società Fertoys è autonoma).

Oggi, quindi, è il giorno dei festeggiamenti e dei ricordi per un’impresa familiare che spegne le cento candeline.













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