centenarie

«Alla soglia dei 103 anni posso dirlo: la libertà è la cosa più importante» 

Sara Adelina Martini, originaria del Lomaso, bolzanina d’adozione: ha insegnato alle “Dante Alighieri” e ha scelto la vita da single. «La mattina leggo il giornale, poi esco a prendere il caffé. Il 25 settembre vado a votare, ci mancherebbe»  


antonella mattioli


BOLZANO. «Alla soglia dei 103 anni sa cosa dico? Che ciò che conta di più nella vita è la libertà. Non ha prezzo. Unita ovviamente all’indipendenza economica senza la quale non vai da nessuna parte». La tinta dei capelli fatta di fresco, la maglia con le diverse sfumature del grigio in pendant con la gonna: Sara Adelina Martini cammina spedita e arriva puntualissima all’appuntamento per un caffè al bar Londra, dove è un’ habitué visto che abita nello stesso caseggiato, ovvero le case ex Incis di via Dante. Originaria di Poia, frazione di Comano Terme in Trentino, festeggerà i 103 anni il 31 dicembre.

Più della data di nascita, eccezionali sono la lucidità e il piglio energico con cui parla e si muove. Quest’anno ci sono altre quattro donne a Bolzano che andranno “oltre”, tagliando - a meno che non lo abbiano già fatto - il traguardo dei 103. Ma c’è anche chi il secolo lo ha superato da più primavere: la bolzanina più anziana ha 108 anni ed è la signora Giuseppina, nata quando scoppiava la prima Guerra mondiale, ovvero nel 1914. In rappresentanza della classe 1916 c’è ancora una donna; lo stesso dicasi per il 1917. Per trovare il bolzanino più anziano bisogna arrivare al 1918: è il signor Emilio. Tra coloro che hanno già festeggiato o festeggeranno i 104 anni accanto ad Emilio, un altro uomo e due donne; nella classe 1920 ci sono 9 donne e un uomo. Le donne si confermano sempre più longeve: tra coloro che hanno già tagliato il traguardo dei 101 anni ci sono un uomo e 14 donne; quest’anno accenderanno le 100 candeline 26 donne e un uomo; saranno addirittura 40 le donne che raggiungeranno il secolo nel 2023 e solo 5 uomini.

Signora, come mai da Poia si è trasferita a Bolzano?

Avevo una zia insegnante che abitava qui e mi ha ospitata. Altrimenti dalla zona del Lomaso, che allora era fuori dal mondo, avrei dovuto trasferirmi a Trento e andare in collegio, per studiare.

Poi ha seguito le orme di sua zia.

Sì, ed è stata una bella avventura durata 40 anni. Ho insegnato a lungo alle Dante Alighieri: due passi da qua ed ero in classe.

Quanti anni aveva quando è andata in pensione?

Ne avevo 54, perché avendo insegnato nelle pluriclasse avevo raggiunto i contributi necessari. Volendo avrei potuto restare ancora qualche anno.

Perché non l’ha fatto?

È quello che mi aveva chiesto anche la mia direttrice. Io risposi che era giusto far spazio ai giovani. Non me lo dicevano apertamente, ma si capiva che speravano che andassi in pensione per prendere il mio posto. È naturale che sia così e io le ho accontentate.

In tempi in cui non era proprio scontato, ha scelto la vita da single.

E non me ne sono mai pentita. Anzi. Amicizie ne ho avute, ma niente di più. Mi dicevo: perché dovrei fare la serva di un uomo? Mi creda: la libertà non ha prezzo.

Ma quando si è in là con gli anni però, può diventare anche sinonimo di solitudine.

La solitudine non mi fa paura. È una vita che vivo da sola.

Ha ancora parenti in Trentino?

Mia sorella e mio fratello sono morti. Però ho un nipote. Marco, il figlio di mio fratello, che ha fatto la carriera universitaria. Abita a Dolo e ci sentiamo tutte le sere.

A Poia torna qualche volta?

Ho ancora la casa di famiglia lì. Ci vado una volta all’anno: per rivedere dove sono nata la notte dell’ultimo giorno del 1919 e fare visita al cimitero ai miei morti.

Alla morte lei ci pensa mai?

No. Penso al presente. Quello che sarà dopo, sarà. Credo comunque che ci sia un’entità superiore che ha creato, ad esempio, la pianta che è qui davanti a noi.

A vederla si direbbe che tenga molto all’aspetto estetico.

Ci tengo ad essere in ordine. Sono stata per tanti anni insegnante e ritenevo importante dare l’esempio ai bambini anche nel modo in cui mi presentavo in classe. Pensi che un giorno ho ripreso anche mia mamma.

Perché?

Perché le mancavano dei denti e sembrava più vecchia di quello che era, ma lei ci aveva fatto l’abitudine. Allora un giorno le ho detto: mamma guardati allo specchio. Ha capito il messaggio; e il giorno dopo era dal dentista. Io ho la fortuna di avere ancora tutti i miei denti. Sa è importante, perché la bocca è la prima cosa che si guarda in una persona.

Come passa la sua giornata?

Innanzitutto, mi leggo il giornale per tenermi informata. Poi esco a fare due passi. Vado al bar a prendere il caffè o l’aperitivo. E anche quando non c’è bisogno, mi costringo ad alzarmi dalla poltrona e scopo il pavimento. Il movimento fa bene sempre, in particolare alla mia età. È un ottimo antidoto contro la pigrizia.

Andrà a votare il 25 settembre?

Certo, bisogna farlo.

A pranzo cosa mangia oggi?

Crauti, polenta, salsiccia e formaggio.

Nessun problema di colesterolo?

Anni fa il medico ha trovato che era un po’ alto e allora mi ha consigliato una cura. Solo che invece che scendere, era salito e allora io ho detto: non prendo niente. Come vede, sono ancora qui.

 













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