Torna l'eclisse di sole. Ritroviamoci a guardarla come 16 anni fa



Sembra ieri che ci siamo ritrovati tutti assieme con il naso all’insù a guardare l’eclisse di sole, spettacolo grandioso, che ci sembrava irripetibile. E invece eccone qui un’altra in arrivo.

Era l’11 agosto del 1999 e l'avevamo battezzata l'ultima eclisse del millennio. Erano anni formidabili. Avanzavamo ottimisti e incoscienti verso il capodanno del Duemila, che si annunciava catastrofico (ricordate il millennium bug?) per quel mondo che, anche se non avevamo smartphone e tablet, cominciavamo a chiamare digitale. Intanto, in quell’estate in cui cominciavamo a sentir parlare dell’euro, ci siamo dati appuntamento per guardare tutti assieme il sole sparire a mezzogiorno.

Contagiati da un facile entusiasmo di altri tempi, abbiamo fatto sparire dal mercato gli occhialini per osservare l’eclisse. E poi - non contenti - anche tutti gli attrezzi destinati ad altro scopo, ma che potevano risultare comunque utili. Se non ricordo male al Franzinelli, in quei giorni di febbre astronomica, riuscii a conquistare un paio degli ultimi occhiali da saldatore. Chissà se l’Obi aveva già aperto i battenti.

Era un mercoledì di luna nuova. Come è ovvio, visto che la luna era impegnata, in pieno giorno, a fare ombra al sole. Poiché eravamo (già allora) sfortunati, il cielo si presentava irregolarmente nuvoloso. Ma poiché eravamo (come sempre) intraprendenti, ci siamo spostati in auto finché, chi più chi meno, abbiamo goduto di una finestra di bel tempo. Sorte migliore di quelli che erano andati in viaggio organizzato in Cornovaglia, dove lo spettacolo doveva dare il massimo splendore, e invece piovve tutta la mattina.

Alla fine ci siamo salutati, in quell’estate di fine secolo, felici protagonisti di un evento che sembrava irripetibile e che ci siamo goduti fino in fondo con grande tranquillità. Pare impossibile, ma il telefonino che all’epoca (non tutti) tenevamo già in tasca, non poteva ancora essere utilizzato per scattare un selfie con la luna.

E ora ci risiamo. Non sarà bello come allora, quando a Trento il sole venne oscurato per il 90 per cento. Ma ci arriveremo vicini: 70 per cento di copertura. E magari il cielo sarà sereno.

Mi ha avvisato - come ormai troppo spesso accade - il più grande dei miei figli: «Papi, guarda che il 20 marzo c’è l’eclisse di sole». Impossibile, ho risposto. Perché non tollero di venire a conoscere notizie dai miei figli. Ma aveva ragione lui. Così, nel tentativo di recuperare qualche punto ho simulato quello che accadrà, animando sul tavolo della cena - come da tradizione - un panino, una mela e un mandarino. Infine sono sceso in cantina a cercare quei vecchi occhiali da saldatore, certo di trovarli visto che a casa nostra non si butta mai via nulla. Ma degli occhiali nemmeno l’ombra, forse perché nello spazio di un’eclisse abbiamo affrontato tre traslochi. Poco importa. Noi il 20 mattina ci saremo, magari al Muse, a guardare il sole giocare con la luna e a ricordarci che il tempo passa svelto.













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