Romano Fogli, galantuomo



“A Bologna, durante la settimana, Romano spesso faceva la spesa al mercato ortofrutticolo dove aveva anche moltissimi tifosi con cui ovviamente nascevano lunghe discussioni sulla partita appena giocata”. Poche righe, da un libro che ricorda, ai molti che non sanno o scordano, che il calcio può essere abitato anche da galantuomini. E che rammenta come è esistito un tempo nel quale il calciatore dialogava tranquillamente con i tifosi. Certo, ad aiutare il tutto contribuiva l’assenza di elementi che anni dopo avrebbero invaso il campo: l’isteria di taluni mezzi di informazione, i selfie, la maleducazione dei supporter, i tatuaggi e le acconciature demenziali, i procuratori. Fa bene tuffarsi nelle 238 pagine che Giuliano Musi ha dedicato ad uno dei giocatori che hanno segnato la seconda metà del secolo scorso in Italia. Romano Fogli  (Minerva edizioni) racconta il mediano - sì, c’erano i terzini, le ali e i mediani  - che dal 1955 al 1974 ha indossato le maglie di Torino, Bologna (285 partite in A, lo scudetto del 1964 vinto nello spareggio con l’Inter con rete sua e di Nielsen), Milan e Catania.  Grandi qualità tecniche ma soprattutto una educazione personale difficilmente riscontrabile in grandi campioni come lui. Classe e lealtà mondiali, così il sottotitolo della biografia, che restituisce il sapore di un’epoca che appare malinconicamente quanto orgogliosamente distante dall’oggi. Si ripercorrono le tappe della vita di Fogli, iniziando da Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, dove è nato anagraficamente (nel 1938) e calcisticamente passando poi al debutto in A con il Torino, allo scudetto e alla fogliNazionale (in tutto 13 partite) col Bologna, ai trionfi mondiali col Milan ed all’ultimo periodo vissuto in A e B col Catania. Un palmares in cui figurano scudetto, Coppa Italia, Coppa Campioni e Coppa Intercontinentale. Ricchissima la sezione statistica con i tabellini di tutte le partite disputate e la salmodiante formazione del Bologna che è entrata nell’immaginario collettivo degli anni Sessanta: Negri Furlanis Pavinato Tumburus Janich Fogli Perani Bulgarelli Nielsen Haller Pascutti. Tutta d’un fiato.

 

 













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