Risse, furti e calcio



Allacciatevi le cinture e proibite la lettura ai minori. Perché le palle di carta, questa volta,  sono quelle di Colin Blaney, un signore che ha da poco superato i sessant’anni. Dieci dei quali, per inciso, passati dietro le sbarre di un carcere tra Germania, Norvegia, Olanda e Francia. Il libro è Gli indesiderati, (Libreria dello Sport editore), il sottotitolo recita “la storia segreta della Inter City Jibbers”. Lo strillo di copertina ci aiuta a capire (e per qualcuno, lo sappiamo, ad inorridire): “Risse, furti e calcio. Eravamo gli hooligans più coraggiosi del Manchester United e ovunque ancopertinadassimo, i guai ci seguivano...”. Chiaro? Il suo è un racconto senza sconti. Crudo, spietato, spiazzante. Così come era stato con il suo libro d’esordio, Grafters, in Inghilterra diventato un caso editoriale. Il motto del gruppo hooligan del quale ha fatto parte per decenni era To Pay is To Fail!, ovvero “pagare è da sfigati!”, riferito ai viaggi in treno percorsi senza tirare fuori un quattrino. Lettura urticante, si diceva. In presa diretta, ovviamente senza alcuna concessione allo stile e alla letteratura e molte, invece, al racconto, alla cronaca (sovente nera), alla rabbia. L’Interpol ha bollato Colin Blaney - e molti della sua banda - come indesiderati, appunto. Traffico di droga, scontri con bande rivali, colpi nelle gioiellerie di Taiwan e della Corea del Sud, risse con spacciatori italiani e albanesi al confine tra Svizzera e Francia. Leggerete di quattro tentativi di evasione e dei soggiorni tutt’altro che tranquilli di Colin & amici nelle prigioni in giro per il mondo. Leggerete di uno stupro di gruppo in Pakistan, di una detenzione brutale in Virginia e di un carcere giapponese riempito da seguaci della Yakuza, la mafia nipponica. Colin Blaney, il supporter indiavolato dei diavoli del Manchester United, uno che “rubava tutto ciò che non era inchiodato a terra”. Uno che a domanda risponde: “Il calcio è la merce più venduta al mondo dopo la droga. Ci sono cifre astronomiche in ballo”. Che dite? Colin ha poco a che fare con lo sport? Non avete tutti i torti. Ma questa storia si legge d’un fiato, garantito.













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