Noi, generazione della carne: tirati su a bistecche



homer

Terrorizzati dai medici e condannati dagli animalisti: siamo noi, tirati su a bistecche, la generazione della carne. I nostri genitori ne hanno mangiata poca (almeno così amano raccontare) perché costava troppo; i nostri figli tornano da scuola e pontificano che non la vogliono, almeno una volta alla settimana, come succede in mensa, perché per ogni fetta di manzo servono non so quanti ettari di pianura Padana. E in mezzo ci siamo noi, torturati dall’ansia e dai sensi di colpa perché abbiamo depredato la Terra, noi tirati su a bistecche negli anni Ottanta, quando tutto pareva possibile, con l’unica avvertenza di “mangiare anche un po’ di pane”, perché riempire esclusivamente di carne rossa lo stomaco senza fondo di un adolescente maschio pareva indecente anche al genitore più magnanimo.

Era un inverno di tanti anni fa, quando venni ammesso - lassù in montagna - al rito dell’uccisione del maiale. Mio cugino declinò l’invito chiudendosi in camera (con un certo dispiacere di mio zio) perché a quel maiale, soprannominato Giacomino, si era affezionato avendogli portato spesso il cibo nel porcile. Io invece ero in prima fila (da semplice spettatore, con una telecamera in mano, tanto era già segnato il mio destino) a scoprire e documentare che davvero di un maiale non si butta via nulla. Qualche settimana dopo venni ricompensato con alcune “luganeghe” di cui non ho mai più ritrovato il sapore.

Cari animalisti fatevi avanti, ma se abbiamo sbagliato l’abbiamo fatto in buona fede: erano le nostre madri quelle che, ai primi segni di debolezza, servivano in tavola la fettina cotta al sangue perché il ragazzo, poveretto, “deve rimettersi in sesto”. Carne era sinonimo di forza, purché fosse rossa: al diavolo il polletto. Così siamo cresciuti carnivori e (toccando ferro) sani. Custodi di quella tradizione aggregativa che prende il nome di grigliata. All’epoca si sapeva solo che il filetto costava un occhio della testa, nessuno diceva (almeno che io sappia) che la bistecca avrebbe messo in ginocchio il pianeta. Tanto che ora - che fa venire il cancro - non vogliono più farcela mangiare.













Scuola & Ricerca

In primo piano