La cioccolata di nonna Rosetta pareva ancora buona: nipotini all'ospedale



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Nonna, nonna, ci faresti una buona cioccolata calda?

Certo piccini, dovrei averne ancora un paio di bustine qui da qualche parte.

E dalla credenza di nonna Rosetta, nascoste dietro le scodelle, spuntarono alcune polverine che lei sciolse nel latte prima di metterlo a bollire. Poi, prima di servire la merenda in tavola, la nonna volle assaggiare la cioccolata di persona: pare ancora buona - pensò - e chiamò a tavola i nipoti. Comincia così la storia dei nipotini di 8 e 10 anni finiti all'ospedale intossicati assieme al padre e a un amichetto per aver bevuto la cioccolata scaduta. MOLTO scaduta visto che le (antiche) bustine erano rimaste nella credenza per 25 anni. Nonna Rosetta, 77 anni, ne aveva 52 quando le comprò nel 1990 al supermercato del paese. Pareva ancora buona, si è giustificata la donna che era sicuramente in buona fede visto che è finita all'ospedale pure lei.

Una storia d'altri tempi, raccontata dal Giornale di Vicenza, figlia della filosofia del "non si butta via niente". Li abbiamo visti tutti i nostri nonni e genitori mangiare lo yogurt ultra stagionato e grattare via la muffa dagli alimenti, incapaci di buttarli. Ma nonna Rosetta da Vicenza, con la sua cioccolata venticinquennale (che pare fosse di gran marca, davvero un peccato buttarla nel bidone) li ha battuti tutti di gran lunga. Ora dovrà difendersi dall'accusa di lesioni (colpose, perché non l'ha certo fatto apposta) e per i nipoti resta valida una regola che noi (numerosi) cugini della famiglia S. abbiamo sempre fatto nostra: onora la nonna (che ti vuole bene) ma fai attenzione a quello che ti mette nel piatto.













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