Il commento

Jack, Fabri & C.: questo sì è vero sport

I successi dei due fiemmesi, ma anche la medaglia di legno di Rosa e Cavaliere e tutti gli altri eroi delle Paralimpiadi ci hanno fatto riscoprire il vero significato dello sport e del messaggio di Pierre de Coubertin



Grazie a Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal. Ma anche a Gianluigi Rosa e Gianluca Cavaliere. Grazie al trentini, ma anche agli altri azzurri, ai loro avversari, a tutti gli atleti della XII edizione dei Giochi paralimpici. Grazie, davvero, con il cuore. Per le quattro medaglie conquistate da Jack & Fabri che – assieme alla quinta, l’argento dello snowboarder Pozzerle – hanno permesso al Comitato italiano paralimpico di cancellare lo “zero” di Sochi. Ma grazie anche a chi – come Gigi Pink Cadillac Rosa e “Cava” – è tornato a casa senza metalli in valigia, ma con la consapevolezza di aver dato tutto.

Anzi, grazie soprattutto a loro. Sì. A questi ragazzi che, con il loro commovente impegno – e lo diciamo senza il timore di cadere nella retorica – ci hanno fatto riscoprire il significato più autentico della parola sport e, assieme a questo, l’ideale di Pierre de Coubertin. Bombardati dalla propaganda dei più forti che vincono – spesso, quasi sempre – solo perché più ricchi, rimanere senza parole al cospetto della discesa di uno sciatore non vedente, della grinta di un fondista senza braccia o senza gambe, nelle albe da veri eroi dello sport delle due settimane che ci siamo lasciati alle spalle, è stata la più salutare delle boccate d’aria. Grazie ragazzi, per lo splendido esempio che ci avete dato. Questo sport di poveri ricchi ne aveva proprio bisogno.

Twitter: @mauridiangiac

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