Adler Olsen, c'è del marcio in Danimarca (e non solo)

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Dopo la lunga "sbornia" di gialli svedesi, dalla quale abbiamo cercato di riprenderci con qualche sorso di thriller finlandesi e norvegesi, abbiamo atteso il quinto romanzo della serie della sezione Q di Carl Morck per "arrenderci" al campione del genere in Danimarca. Le storie di Jussi Adler-Olsen sono ben scritte, l'ispettore lungagnone è il classico anti eroe costruito romanzo dopo romanzo per conquistare la simpatia di lettori dal palato letterario non particolarmente sottile (come il nostro, del resto). Copenaghen non è Stoccolma, i personaggi e le storie di Adler-Olsen sono scandinave fino a un certo punto.

Non fa eccezione L'effetto farfalla, che tratta sì della truffa ordita in Africa da un banchiere e dai funzionari dell'ufficio danese per la cooperazione allo sviluppo, ma al centro del plot c'è la storia di Marco, giovanissimo rom che si ribella al suo destino di ladro e mendicante. Con Morck abbandonato dalla fidanzata Mona, invaghito per la procace Lisbeth e sempre alle prese con gli strampalati colleghi Rose e Assad, sarà il piccolo straniero ad aiutare la sezione Q alzare il velo sugli affari sporchi dell'ex console Brage-Schmidt e dei suoi sodali, che alla sua tribù si erano rivolti per liberarsi di un testimone scomodo.

Cominciato il romanzo con l'intento di denunciare il marcio della sua Danimarca, Adler-Olsen finisce - forse dopo un numero eccessivo di pagine - per tratteggiare soprattutto un doloroso affresco del mondo dei mendicanti rom.

L'effetto farfalla

Jussi Adler-Olsen

Marsilio, 558 pagine, 19.50 euro













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