crisi climatica

All’orizzonte un’estate di siccità spaventosa

Il 2022 è stato tra i 5 anni più secchi dell’ultimo secolo, e il 2023 non promette bene. E’ già emergenza idrica



TRENTO. Brutta notizia numero uno: probabilmente il mese di febbraio si chiuderà con zero millimetri di precipitazioni. Brutta notizia numero due: fiumi e laghi sono già in secca, come non accadeva da un secolo. Brutta notizia numero tre: la prossima estate rischia di vedere una siccità ancora più feroce di quella dell'anno scorso.

E sarà «guerra» per l'acqua, fra agricoltura, acquedotti ed esigenze industriali. Perché l'emergenza idrica è già qui. L'acqua è sorvegliata speciale già da tempo e quest'inverno che sta finendo non permette di tirare un sospiro di sollievo. C'è chi cerca di leggere la siccità nei livelli dell'Adige ma quelli in realtà non sono molto allarmanti. «La portata varia fra i 50 e i 70 metri cubi al secondo - spiega l'ingegner Franco Pocher, dirigente del servizio risorse idriche ed energetiche della Provincia - i mesi di gennaio e febbraio sono caratterizzati da portate limitate, e in questa stagione non ci sono prelievi importanti. Quindi il dato non è ottimo, ma accettabile. Quella che manca è la neve in quota. Quello è il problema».

Manca quella riserva di acqua che con il disgelo aumenta le portata di fiumi e torrenti. Precipitazioni più che carenti e questo significa che neppure le sorgenti e le falde si possono «ricaricare». Lo conferma la Commissione Glaciologica della Sat: su tutto l'arco alpino mancano metri di neve. E l'estate non è lontana per cui si ragiona già su cosa è necessario fare per limitare le conseguenze di questa prolungata siccità. Con alcuni Comuni che sono già molto preoccupati. La carenza di precipitazioni prosegue da mesi tanto che il 2022 è risultato tra i 5 anni più secchi dell'ultimo secolo.

La crisi idrica è infatti ormai biennale: a Trento (stazione meteo delle Laste) in un anno, dal 14 febbraio 2021 ad oggi, sono caduti 1547.6 mm rispetto ai 1873.2 mm della media attesa: l'82.6%. Nell'ultimo anno (14 febbraio 2022-oggi) ancora peggio, caduti 751.2 mm invece dei 936.6 medi attesi: ovvero l'80,2%, il che vuol dire che in un anno ci manca il 20 per cento di pioggia. Ma è la situazione di Trento città, perché sul sud/est del Trentino (Bassa Valsugana e Altipiani Cinbri e Vallarsa) il deficit è ancora più pesante e vede solo il 65% dell'acqua caduta.

Facendo una somma dei report mensili di Meteotrentino da gennaio a dicembre ci sono stati 72 giorni caratterizzati da pioggia superiore al millimetro (i dati sono quelli della stazione di Trento) mentre la media è di 83. E solo a dicembre e ad agosto sono arrivati dal cielo una quantità di millimetri di pioggia superiore alla media. Una carenza di acqua associata ad un caldo intenso e prolungato che ha creato anche grossi problemi ai ghiacciai e non solo. Per capire la situazione il 2022 si è chiuso con una media annua superiore di 1,82 gradi centigradi rispetto alla norma 1981-2010.

Questo il quadro attuale e su quello che sarà fra poco, quando i campi avranno bisogno di essere irrigati e dovrà essere garantito l'accesso all'acqua potabile, si sta lavorando. In attesa delle precipitazioni. Che cosa ci aspetta? Il quadro probabilistico è fosco e lascia poche speranze. Perché negli ultimi due giorni abbiamo registrato due avvenimenti storici.Il primo: il 14 febbraio l'agenzia Arpa del Veneto ha registrato lo zero termico a 3 mila metri. Lo zero termico a tremila metri in febbraio non si era mai visto nella storia delle misurazioni.Il secondo evento allarmante, riportato dall'appassionato di meteorologia trentino Giacomo Poletti: «Siamo dentro un'alta pressione fortissima: stamattina (sempre il 14, ndr) in Trentino abbiamo toccato i 1041 hPa (valore ridotto al livello del mare) che in quel momento era il valore più alto...al mondo! Persino oltre le alte pressioni termiche sulla Mongolia e la Siberia orientale, che erano sui 1040 hPa (si stanno indebolendo perché l'aria ormai non è più così gelida, densa e pesante come nel cuore dell'inverno)».

Non solo: c'è un caldo anomalo. Da tre giorni la temperatura a mezzogiorno è fissa a 15 gradi, sia in località a clima temperato (Arco), sia in quota (anche a Cavalese, da due giorni, 15 gradi a mezzogiorno, ma qui per due notti si è andati per un pelo sotto lo zero: -0,3 e -0,2 gradi, dati Meteotrentino). Ma al Cermis (Malga Casera) da due notti la temperatura è superiore allo zero.Cosa prevede Poletti? «Secco a oltranza! I modelli non danno speranze: nessuna pioggia di sicuro fino a lunedì 20, ma crescono le possibilità che l'intero febbraio chiuda a zero millimetri. È mite in quota: Paganella (2125 m) a +2.8° alle dieci di sera». Ieri abbiamo visto le nuvole, dopo settimane, ma erano nuvole alte. Niente acqua.









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