«Vogliamo dare a Zandonai la visibilità che si merita» 

A Rovereto il 18 ottobre va in scena lo spettacolo «Zandonai Patriottico» «Daremo vita a un reading teatrale e musicale tra arte e impegno civile»


di Katja Casagranda


TRENTO. Nasce da una ricerca del Centro Internazionale di Studi Riccardo Zandonai, lo spettacolo in forma di reading musicale, “Zandonai Patriottico. La guerra, gli studi, le scelte”, una ricerca con documenti inediti sulla vita di Riccardo Zandonai, la sua arte, il suo impegno civile, le sue idee e le scelte e poi soprattutto la sua musica.

Lo spettacolo quindi è un’occasione per conoscere più da vicino l’artista e l’uomo Riccardo Zandonai - grande figura di musicista, la cui parabola artistica però l’ha relegato sin troppo in ombra - a cui il pubblico è invitato giovedì 18 ottobre ore 20.45 a Teatro Zandonai di Rovereto. Affidato alla regia di Michele Comite, è proprio lui che racconta e svela alcuni dettagli della serata.

Come nasce “Zandonai Patriottico”?

«In realtà “Zandonai Patriottico” era già un progetto completo quando sono intervenuto io, nel senso che mi è stata chiesta la regia su un testo di uno studio fatto da Diego Cescatti , del Centro Internazionali di Studi Riccardo Zandonai. Il testo è una sorta di biografia approfondita con documenti inediti che racconta la vita di Riccardo Zandonai, e ne sottolinea i momenti cruciali.

Quindi in realtà non è un’ iniziativa che parte da me, ma in cui sono stato coinvolto per legare assieme la narrazione, le musiche e i momenti corali. Da un lato quindi, quasi in maniera autonoma ha lavorato il Coro di Voci di Rovereto, in un altro contesto si sta preparando la cantante soprano con i musicisti e poi ci sono gli attori, scelti fra le compagnie amatoriali locali che invece sto seguendo più da vicino che saranno i protagonisti della lettura scenica. A breve cuciremo tutto assieme per dare un corpo unico a quello che sarà un reading musical teatrale di un’ora e mezza circa. Musicisti, cantante, attori sono stati scelti da Cescatti e Cagliari del Centro Studi Zandonai di Rovereto».

Ma quale Riccardo Zandonai sarà sul palco di Rovereto?

«In realtà credo che in pochi conoscano bene la vita di Riccardo Zandonai di cui anche la musica spesso non stata approfondita, volendo citare il detto che nessuno è profeta in casa sua. Così credo che l’operazione sia stata quella di riportare ai suoi concittadini la storia di quest’uomo. Troviamo Zandonai piccolo che scopre la passione per la musica e incitato dal padre sceglie di andare a Tesero per proseguire gli studi e diventare musicista. Poi lo troviamo adulto quando prende posizione nei confronti della guerra e scrive diverse marce, per esempio. Ma abbiamo anche l’uomo Riccardo Zandonai che trova la propria casa bombardata in macerie e cerca il pianoforte che ovviamente è distrutto proprio sotto le macerie della guerra. Infine troviamo un Riccardo Zandonai maturo che si pone riflessioni. Il mio compito è quello di dare corpo e seguire ed armonizzare la recitazione ai movimenti musicali e gli interventi appunto di Zandonai compositore».

Se ci fosse una versione teatrale cosa troveremmo in un lavoro firmato Michele Comite?

«Il lato oscuro di Zandonai e della sua vita. Io amo indagare il lato oscuro e ciò che non appare delle persone, delle situazioni e della vita, nel caso di Zandonai quello che mi ha colpito è l’assenza della figura materna nella vita di quest’uomo. Una madre che non viene mai nominata, quasi che non approvasse il figlio, tanto da non essere mai stata a teatro. Così come la zia che dichiara essere sconveniente dedicarsi alla musica».

Mentre passando a Comite in generale?

«Abbiamo dato casa a Mori al Progetto Clochart con cui porto in giro e produco spettacoli. Mi dedico ai giovani perché hanno bisogno in quest’epoca più che mai di contatto vero. Nell’ era del virtuale, dei social e dei cellulari manca la fisicità e il contatto umano che con il mio lavoro mi impegno a portare nelle loro vite, perché ne hanno un enorme bisogno».

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