Tutti nello stesso piatto: l’impero smisurato del cibo 

Venti serate per affrontare il tema delle risorse e delle reti che le producono Il Festival è giunto alla sua decima edizione: cinema, dibattiti e mostre


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Per non distogliere mai più lo sguardo – come recita il claim di questa decima edizione – torna, dal 6 al 25 novembre, con venti serate di eventi e proiezioni di trentacinque film in concorso, il festival Tutti nello stesso piatto. Il tema come ogni anno sarà il cibo, saranno le risorse, le reti che le producono, le sottraggono, le accaparrano, le rendono fattore di diseguaglianza oppure di speranza. Oggi più che mai - hanno spiegato gli organizzatori della cooperativa del commercio equo Mandacarù - serve rieducare le persone a uno sguardo attento, preciso, veritiero, sui diritti umani, sulle relazioni di potere dentro la società, sulle implicazioni di scelte e omissioni. Ecco da dove nasce dunque lo slogan “per non distogliere mai più lo sguardo” che segna, nell’anno del settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, l’edizione dei primi dieci anni di un festival, ideato quasi per scommessa dalla inossidabile e fervida direttrice artistica Beatrice De Blasi, per divulgare gli scenari delle filiere del cibo e delle risorse. Tutti nello stesso piatto ogni anno porta film, reportage, mostre fotografiche, dibattiti, testimonianze di alto livello e fa riflettere in profondità su come produciamo il cibo, su chi ne subisce danni o se ne avvantaggia, su cosa fa male al pianeta e a noi umani. Mandacarù lo organizza con risorse esigue, rispetto ad eventi maggiori per denaro speso e appoggi politici. Negli anni ha attirato, nonostante i limiti di budget e l’ inspiegabile poca attenzione delle istituzioni e di certa stampa nei suoi confronti, un pubblico dotato di senso critico e voglia di capire la società alla radice, di mettersi in discussione. Lo si percepisce frequentando – come chi scrive – di anno in anno gli eventi e le proiezioni, ascoltando commenti e parole delle persone in sala e in fila per entrare. Lo hanno confermato in conferenza stampa nei giorni scorsi i ragazzi delle associazioni universitarie Aiesec e Elsa, che hanno portato la loro entusiastica adesione ai valori e allo sguardo critico di Tutti. Sono 35 i film in proiezione, prodotti girando in 50 paesi. Sono quattro i reportage fotografici che saranno mostrati. Si apre martedì 6 novembre, alle 19.30, nella bella cornice del Teatro Sociale, conquistata lo scorso anno, come una specie di riconoscimento del lavoro importante di racconto, informazione, denuncia svolto. La serata di apertura porta in sala al sociale il film “Eldorado”, del regista svizzero Markus Imhoof. Il lavoro, girato a bordo di una nave della Guardia Costiera italiana nell’operazione Mare Nostrum, racconta una storia molto personale nel tentativo di rendere più vicino e comprensibile il fenomeno globale delle migrazioni. Intervengono a discutere del tema Beatrice Babin, esperta cinefila e viaggiatrice, Mario Raffaelli, presidente di Amref Italia e del trentino Centro per la cooperazione internazionale e Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale. Molto atteso è anche il lancio in anteprima italiana del documentario “Soyalism”, del giornalista d’inchiesta pluripremiato Stefano Liberti con il co-regista Enrico Parenti, che si proietta al teatro Sanbàpolis il 24 novembre (alle 20.30). I focus tematici del festival sono cinque: Afriche, Scienza e salute nel piatto, Orizzonti latini, Culture del cibo e Cibo e diritti umani. La novità è la creazione di una Fondazione che prende il nome del festival di cinema e cultura della diversità. Evento atteso anche la mostra dei lavori della intensa fotografa brasiliana, che vive in Messico, Adriana Zehbrauskas, che lavora anche per il New York Times, allestita dal 14 al 25 novembre nella bottega di Mandacarù in Piazza fiera. La mostra illustra la vita e la concezione dei beni comuni dei coltivatori indigeni di caffè della cooperativa messicana Ucirì, prima cooperativa del commercio equo nata al mondo, che producono anche il caffè venduto in Trentino-Adige da AltroMercato e Mandacarù.













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