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“Tu che mi guardi, io che mi racconto”: dal 12 aprile l’arte relazionale in Cappella Vantini

Visitabile fino al 28 aprile il percorso “da donna a donna” creato da La Chigi e Virginia Sartori al confine tra scultura, performance e arte partecipata. Domani alle 18 le artiste accoglieranno i visitatori con una performance di inaugurazione



TRENTO. Venerdì 12 aprile alle ore 18 Cappella Vantini è pronta a riaprire le porta al pubblico con la restituzione visiva del progetto artistico di arte relazionale di La Chigi e Virginia Sartori Tu che mi guardi, io che mi racconto”. Per l’occasione, le artiste accoglieranno i visitatori con una performance dedicata all’evento di apertura.

Al confine tra scultura, performance e arte partecipata, La Chigi e Virginia Sartori hanno ideato e realizzato un percorso “da donna a donna”, ma rivolto a tutti i pubblici e a tutta la cittadinanza. La mostra si colloca a conclusione di un processo condiviso, avviato a partire dall’estate 2023 con l’invito aperto a donne di diverse età e provenienze. Circa cinquanta si sono messe in gioco, ciascuna delle quali “prestando” il proprio volto per la realizzazione di un calco in gesso all’interno di un’ambientazione ispirata a un centro estetico, in questo caso dell’anima. L’idea alla base è quella della “cura”, filo conduttore dell’intero progetto, rimasto aperto fino a febbraio 2024. Al termine della posa, ne è nata una narrazione personale rivolta ad altre donne.

Attivando gli elementi caratteristici dei propri linguaggi espressivi – scultura e performance per Virginia Sartori, installazione e lavoro d’archivio per La Chigi – le artiste hanno quindi raccolto e trascritto stralci delle interviste libere, che uniti ai calchi in gesso costituiranno il fulcro dell’esposizione a Cappella Vantini.

Osservando le opere e leggendo le testimonianze in mostra, si coglie il senso più profondo della loro ricerca: un invito a compiere il gesto simbolico di togliersi la maschera, dedicandosi un momento di sospensione dal quotidiano per elaborare un messaggio intimo dalla potenza universale.

“Tu che mi guardi, io che mi racconto” diventa così pretesto per riflettere sull’essenza stessa della femminilità, ancestralmente avvolta da misteri che con delicatezza e discrezione vengono svelati, nell’intento di costruire un archivio e un affresco collettivo dell'essere donna oggi.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 28 aprile dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dell’associazione Alchemica, della commissione provinciale per le Pari opportunità tra donna e uomo e del servizio Cultura, turismo e politiche giovanili.













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