la recensione 

Lo Schiaccianoci e i danz-attori rimbalzano sul tappeto della vita

PERGINE VALSUGABA. Non è facile confrontarsi con i mostri sacri, soprattutto se si tratta di uno degli spettacoli di danza più amato dal pubblico e scolpito nell’immaginario collettivo dalle tante...



PERGINE VALSUGABA. Non è facile confrontarsi con i mostri sacri, soprattutto se si tratta di uno degli spettacoli di danza più amato dal pubblico e scolpito nell’immaginario collettivo dalle tante interpretazioni classiche. È Lo Schiaccianoci, la favola di Natale per eccellenza del teatro della danza, che si lega con le musiche universalmente conosciute e amate di Pietr Ilic Chajkowskj e che dal suo debutto, a cavallo fra l’800 e il ‘900 a San Pietroburgo, ha visto le più grandi ballerine e danzatori cimentarsi con le suite di cui si compone. Eppure è forte la tentazione di confrontarsi con i grandi, come per Natiscalzi Dt che a cavallo di questo fine settimana ha proposto il “suo” Schiaccianoci, opera fantastica per ensemble di danzatori e... tappeto elastico. Prima a Tesero poi a Pergine lo spettacolo presentato a Oriente Occidente ha reincontrato il pubblico trentino. Famiglie, giovani e un pubblico di appassionati, quello che a Pergine si è lasciato trasportare nella poesia onirica di questo lavoro che rielabora l’originale, che prende a prestito la fiaba di Hoffmann. Si aprono parentesi teatrali, si fanno incursioni nell’originale che viene abbozzato, si amplia il raggio d’azione con narrazioni in cui i danzatori diventano danz-attori. Bello immaginare e trovarsi in quello spazio di soggiorno fra i divani senza tavolino, che diventa la scena dei giochi. Un’immagine carica di poesia che poi rincorre le scene corali in cui c’è spazio per Fata Confetto, la Regina dei topi, zio Drosselmeyer, Clara, Fritz e ovviamente lui, lo Schiaccianoci. Forse proprio per la necessità di coniare un nuovo linguaggio creativo nella danza, figlio del suo tempo, s’intrecciano tanti linguaggi: il teatro, la danza moderna, la narrazione, il video e poi il tappeto elastico, a volte in modo confuso che però riflette il mondo in cui viviamo.(k.c.)

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