Haber e Della Rovere raccontano l’ Alzheimer 

Trento, da giovedì a domenica andrà in scena al Sociale il dramma “Il Padre” Lo spettacolo esce dalla penna del “genio” dei nuovi autori, Florian Zeller


di Katja Casagranda


TRENTO. Due grandi attori e d una prova di stile, quella che si confronta con la malattia, ancor più se questa ha la faccia di uno dei mali della nostra società l’Alzheimer, male che poco a poco porta via gli affetti, le persone e i ricordi. Questo il compito di Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, diretto da Piero Maccarinelli, in “Il Padre”. Lo spettacolo arriva all’interno della Stagione di Prosa organizzata dal Centro Culturale Santa Chiara e sarà in scena nella consueta serie di repliche da giovedì 8 febbraio, ore 20.30 a domenica 11 febbraio, nel pomeridiano delle ore 16, ovviamente a Teatro Sociale di Trento. Uno spettacolo in perfetto equilibrio fra il dramma che lascia spazio anche a qualche accenno di comicità. Lo spettacolo esce dalla penna di Florian Zeller, giudicato dal britannico The Guardian “Il più emozionante nuovo scrittore teatrale del nostro tempo”. Protagonista della vicenda, portata sulla scena per la regia di Piero Maccarinelli è Andrea, un uomo ancora molto attivo a dispetto della sua età, che mostra però i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. La figlia Anna, che gli è molto legata, si prodiga per il suo benessere e per la sua sicurezza e l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo, infatti, si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è però affatto deciso a rinunciare alla propria indipendenza. La progressiva degenerazione di Andrea getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita di autonomia da parte del padre progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà. La forza di questa scrittura teatrale consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone. Con grande abilità l’autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui incappa il protagonista che, perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall'immaginario, ci coinvolge con grande emozione in un percorso dolorosamente poetico. Guidato dalla regia di Piero Maccarinelli, Alessandro Haber disegna sulla scena il difficile ruolo di Andrea con verosimiglianza e umanità che suscitano nel pubblico commozione, ma anche parecchi sorrisi. Al suo fianco un’efficace Lucrezia Lante Della Rovere nella parte della figlia Anna, David Sebasti nel ruolo del marito, e inoltre Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo e Riccardo Floris. L’autore Florian Zeller ha pubblicato giovanissimo i suoi primi romanzi di successo e ha poi iniziato a scrivere anche per il teatro imponendosi subito, tanto che nel 2006 l’ Académie francaise gli ha assegnato il Premio Jeune Théatre.













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