FRESCHI DI STAMPA»IL NUOVO LIBRO DELLO SCRITTORE

TRENTO. Ascoltare le storie, andare fra di loro, sedersi e ascoltare: questo ha fatto Carmine Abate per tre anni. Ha voluto capire e da oggi quelle storie anzi, una bellissima storia che ne concentra...


di Fausta Slanzi


TRENTO. Ascoltare le storie, andare fra di loro, sedersi e ascoltare: questo ha fatto Carmine Abate per tre anni. Ha voluto capire e da oggi quelle storie anzi, una bellissima storia che ne concentra tante, è in libreria pubblicata nel suo ultimo romanzo “Le rughe del sorriso”, Mondadori (19 euro). È stato nei centri d’ accoglienza, fra i migranti, a Lampedusa, a Crotone, a Cagliari, ad Acquaformosa, anche a Carfizzi, il suo paese natale dove c’ è un centro di seconda accoglienza. Sono pagine piene di grande dignità che Abate, lo scrittore vincitore della cinquantesima edizione del Premio Campiello (2012) con “La collina del vento” (sempre Mondadori), restituisce ai migranti. A tutti coloro che partono, alle loro storie piene di sofferenze ma, per fortuna, a volte anche di gioie, ai loro sogni di futuro. Con il rispetto, l’ intelligenza, la passione che solo uno scrittore che adempia alla sua vera missione ha, Carmine Abate, entra nelle pieghe non svelate della complessa realtà dei migranti, del mondo dell’ accoglienza, illumina gli interstizi di una fraternità che esiste (anche se poco raccontata). Ascolta, guarda, osserva, si informa e vede. E racconta una storia intensa e densa, una storia piena di rispettabilità e di amore. Una storia dove le donne, le figure femminili protagoniste, somale (soprattutto), sono vestite di nobiltà morale, di fierezza, di quella eleganza femminile che si coglie nei gesti, negli sguardi, nel sorriso. E Carmine Abate, maestro di scrittura, “le dipinge dal vero”, raccontando ciò che quegli sguardi, quei gesti, quei sorrisi vogliono far emergere, anche senza le parole.

Una di loro, una principessa in verità, una principessa vera che onorerà per tutta la vita questo suo titolo nel modo più bello e nobile che si possa pensare, Maana Suldaan, è conosciuta in Trentino. Molti di coloro che hanno frequentato alcune scuole medie e superiori e ora sono già adulti e seguono il corso delle loro vite, la ricorderanno per quella sua capacità di essere accogliente e determinata, generosa e carismatica, dolce e allegra. L’ Associazione Acqua per la Vita di Trento con Aderelio, Mamaiola e tante altre persone che non si mostrano ma fanno, che non amano il protagonismo ma sono spinte da valori fondanti della nostra appartenenza all’ umanità, sono stati i costruttori di legami fra la Somalia e il Trentino, sono riusciti a proporre opportunità di vita e futuro laddove pareva esserci solo sofferenza. E la storia di Maana si intreccia con i protagonisti maschili e femminili di questa potente storia narrata da Carmine Abate. E lui, lui che migrante è stato, e pure il nonno e il padre lo sono stati, lui che da Carfizzi è partito verso il nord ed ha insegnato e vissuto in Germania, lui, il germanese che vive a Besenello e che sa “Vivere per addizione”, ha restituito piena dignità ai migranti “nivuri” (neri). Ha alzato il sipario e ha mostrato ciò che i più, seppure intellettuali o letterati, non dicono, non raccontano. Lui, “amorato” (neologismo presente in questo suo ultimo romanzo) della dignità delle persone, del rispetto della loro cultura e dei linguaggi, intreccia il calabrese con l'italiano e con l’ italiano parlato dai migranti che ha, ormai, una connotazione specifica. Molte le voci narranti della storia “Le rughe del sorriso”, due le note dell’ autore in dialogo con i protagonisti. Venerdì 19 ottobre alle 20.30 alla biblioteca di Besenello, Carmine Abate, presenterà il suo “Le rughe del sorriso”, in anteprima nazionale. Con questa sua ultima opera lo scrittore corona un superbo percorso fatto di racconti, romanzi e saggi che illuminano i temi dei migranti e degli incontri tra culture.













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