Dirty Walls, studenti a confronto con i creativi della Street Art

Trento. Che siano considerati atti vandalici o vere e proprie opere d’arte (come non pensare a Banksy?), i graffiti urbani rappresentano l’emergenza civica di un fenomeno in espansione che coinvolge...



Trento. Che siano considerati atti vandalici o vere e proprie opere d’arte (come non pensare a Banksy?), i graffiti urbani rappresentano l’emergenza civica di un fenomeno in espansione che coinvolge soprattutto i giovani.

Come riuscire, quindi, a far sì che, al di là di atti sanzionatori, possa essere veicolato un messaggio di legalità che sia vicino ai ragazzi? Su questa esigenza è nato “Tra imbrattamento e Street Art. Il diritto al patrimonio”, un progetto pilota di educazione al patrimonio e alla cittadinanza articolato attorno al dibattuto tema dell’imbrattamento urbano. Sollecitato dal Tavolo della legalità, organismo nato per supportare le scuole nella realizzazione di interventi in tema di legalità, è stato messo in atto dalla Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia di Trento, col sostegno del suo dirigente, Franco Marzatico.

Ideato e progettato da Lucia Cella, responsabile area Educazione al patrimonio della Soprintendenza per i Beni culturali, il progetto è stato articolato in più fasi, sia in aula che sul territorio, e ha coinvolto alcuni istituti superiori della Provincia (il liceo artistico “Depero”, l’istituto “Don Milani” e il liceo “Rosmini” di Rovereto, il liceo artistico “Vittoria” di Trento, l’istituto “Curie” di Pergine e l’Istituto Agrario di San Michele). «Partendo dalla piena consapevolezza dell’imprescindibiltà del legame fra patrimonio artistico ed educazione civica, il nostro obiettivo – afferma Lucia Cella – è stato quello di cominciare a sensibilizzare i giovani sul tema dell’imbrattamento, oggi molto sentito in ogni città, anche per gli alti costi che comporta alle Amministrazioni, impegnate a cancellare i segni di un degrado fine a se stesso. Uno sfregio, infatti, anche se può sembrare banale, mette in moto una macchina complessa. Senza voler, comunque, frustrare le ambizioni creative dei ragazzi, abbiamo cercato di indirizzarle verso la Street Art. Certo, il confine è difficile da gestire (ma è proprio questa la nostra sfida), poiché i graffitari portano con sé tanta trasgressione ».

Il percorso, che ha coinvolto anche figure professionali specifiche, restauratori e personale dei Beni archivistici e librari della Soprintendenza, si conclude oggi, 21 marzo, con un incontro all’Auditorium del Dipartimento di Lettere dell’Università di Trento: “Dirty Walls. Creativi di tutto rispetto”. Gli studenti dialogheranno con alcuni dei protagonisti italiani della Street Art, Collettivo Sbagliato e Dado, con la mediazione di Katia Malatesta e Luca Pichenstein. Collettivo Sbagliato, fondato da tre architetti e designer romani, è nato «dal desiderio di generare un’inferenza nel tessuto urbano, creando “varchi” all’interno dell’ordine rigido composto dalle architetture”, interagendo col contesto urbano o paesaggistico attraverso affissione di poster e con videoinstallazioni per creare sorprendenti effetti spiazzanti dal forte impatto comunicativo. Dado è uno dei più noti writer italiani, la cui attività è legata soprattutto allo stile per la complessità della resa di lettere rese con sempre nuova sofisticata eleganza. «Considerando che il patrimonio artistico è un bene comune - aggiunge Lucia Cella - vogliamo porre i ragazzi davanti a una realtà che non si vuole negare o stigmatizzare, mettendoli a tu per tu con dei writer che raccontino come la Street Art si muova nei confronti di patrimonio culturale e ambiente, che devono essere sempre rispettati perché appartengono a tutti noi». M.V.













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