Crozzòn e Monte Fibbiòn Due nuove vie sul Brenta

Andrea e Antonio Zanetti e Fabio Bertoni protagonisti della prima ascesa Rolando Larcher col figlio Alessandro, Hermann Zanetti e Giupponi della seconda


di Marco Benedetti


TRENTO. In questa estate segnata da tante giornate di bel tempo, gli alpinisti trentini non sono rimasti a guardare e così il Gruppo di Brenta ha visto due significative nuove aperture. Iniziamo dal Crozzòn di Brenta che esattamente cinquant'anni fa vedeva l'apertura del celebre Pilastro dei Francesi. La scorsa estate è stata invece la Parete Ovest il terreno per il nuovo itinerario aperto da Andrea e Antonio Zanetti e Fabio Bertoni. Un'idea maturata ancora nel corso dell'autunno sorso e poi cullata nel corso di ripetute uscite insieme. A fine giugno i nostri si sono ritrovati a organizzare la salita e mettendo in preventivo parecchi bivacchi il peso di viveri e attrezzature era più che cresciuto. Grazie alla disponibilità di Luca Leonardi, gestore del rifugio Brentei, tutti i materiali sono arrivati fin lassù in teleferica e poi è iniziato il trasporto verso l'Hotel Crozzòn, il nome del bivacco a poca distanza dall'attacco della via. Quindi le giornate in parete, i bivacchi, l'abbraccio serale delle stelle e la nuova via che senza intoppi si andava disegnando. Il 12 settembre nel libro di vetta sulla parete Ovest del Crozzòn, sotto le loro firme hanno scritto il nome della nuova via, Kaly, 14 tiri in totale con difficoltà che arrivano fino al VII grado, A1/AE.

“50 anni son volati, 25 regalati” è invece il nome del nuovo itinerario aperto sulla Parete Est del Monte Fibbiòn (sottogruppo della Campa nelle Dolomiti di Brenta Orientali) dall'accademico del CAI Rolando Larcher con il figlio Alessandro, Hermann Zanetti e Luca Giupponi. È il regalo tutto speciale che Larcher si è voluto fare per i suoi 50 anni questa via con difficoltà fino all'8a+ e passaggi obbligati di 7b. «Più che un nome è una sorta di indovinello - spiega Rolando Larcher - che solo chi mi conosce bene può provare a risolvere. 50 anni è il traguardo raggiunto nel corso dell'estate, ma 50 furono anche i metri di volo a terra, compiuto proprio 25 anni fa alla Gola di Toblino. I primi 25 vissuti normalmente, i secondi totalmente regalati, dopo esser miracolosamente sopravvissuto a quella caduta».

Il Monte Fibbiòn è uno scudo compatto di roccia calcarea che si apre in alto in quattro pilastri strapiombanti, scalato solo nel 1993 da Claudio Kerschbaumer e Donata Fiamozzi aprendo la via “Supercrack”. «L'inizio è stato un po' speciale - racconta Rolando Larcher - perché ero assieme a mio figlio Alessandro, curioso di scoprire anche questa dimensione della scalata. Ha accompagnato me ed Hermann, portando per 2 ore il suo terzo di materiale, osservandoci all'opera nell'apertura delle prime lunghezze. Nella seconda uscita ci siamo avviati speranzosi di poter terminare la via, sempre in tre, ma con il veterano Luca Giupponi che ha dato il cambio ad Alex. Ci attendevano ancora circa tre tiri e il finale, tutto strapiombante, spettava a me. In due ore di lotta e di passaggi atletici sono uscito dallo strapiombo, che in soli 20 metri aggetta di ben 10».













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