A Merano Jazz Petrella e Open Atrio protagonisti 

Concerti. Il 15 luglio la Cosmic Renaissance del trombonista Il 16 luglio toccherà invece al quartetto del trentino Stefano Colpi


Giuseppe Segala


Merano. Dopo l’annuncio di qualche giorno fa, che portava la certezza dell’attività didattica di Merano Jazz, in programma dal 15 al 19 luglio (le adesioni sono ancora possibili, per un numero limitato di allievi), arriva ora la bella conferma anche per la parte concertistica: due appuntamenti, come sempre curati dalla direzione artistica di Vincenzo Costa, mercoledì 15 luglio con la band Cosmic Renaissance del trombonista Gianluca Petrella e il 16 giugno con il contrabbassista trentino Stefano Colpi e il suo “Open Atrio”, questa volta in forma di quartetto con Roberto Cipelli al pianoforte, Andrea Pimazzoni al sax tenore e Mauro Beggio alla batteria. I due concerti torneranno nella cornice Jugendstil del Teatro Puccini di Merano, naturalmente con accesso a una quantità di pubblico limitata, nella normativa di sicurezza per l’emergenza sanitaria. Petrella, uno dei nostri artisti più apprezzati a livello internazionale, vincitore nel 2006 e nel 2007 della classifica per i migliori artisti emergenti, stilata dalla rinomata rivista statunitense “Down Beat”, sarà a Merano anche in qualità di artista in residence dell’Accademia mitteleuropea. Cosmic Renaissance rappresenta una riedizione del progetto originario Cosmic Band, formazione di dieci elementi che per due anni di seguito, nel 2008 e 2009, si aggiudicò il “Top Jazz” della rivista Musica Jazz come migliore formazione in Italia. Più agile nell’organico, con cinque elementi in formazione, coinvolge attualmente, oltre al leader, Mirco Rubegni alla tromba, Blake Franchetto al basso elettrico, Federico Scettri alla batteria ed elettronica, Simone Padovani alle percussioni.

Lo stesso Petrella che in Cosmic Renaissance utilizza in modo massiccio la strumentazione elettronica, ci ha spiegato le motivazioni di questo progetto, sfociato nel 2016 nella pubblicazione del vinile omonimo: «Ovviamente i tempi che corrono hanno sancito la chiusura del gruppo precedente, formato da dieci persone. L’attività di quella formazione era ormai ridotta ai minimi termini, a causa delle difficoltà economiche di festival e rassegne in Italia. Si trattava di un progetto al quale ero molto affezionato: come cercare di dargli una nuova dimensione? Ho dovuto dimezzarlo, coinvolgendo solo cinque persone. Naturalmente, i rapporti con gli altri componenti sono proseguiti. Beppe Scardino ad esempio è coinvolto nel progetto su Nino Rota; con Giovanni Guidi ho lavorato in duo e abbiamo registrato un disco per la Ecm, in quartetto con Louis Sclavis ai clarinetti e Gerald Cleaver alla batteria. Per Cosmic Renaissance, la scelta musicale si è focalizzata sulla matrice ritmica, si è ridotto l’apporto armonico a favore di un suono più scarno, ma intenso. La band, anche dal vivo, mantiene un certo corpo, una propria fisicità. Sotto questo punto di vista non è cambiato molto rispetto all’organico precedente. Il ruolo dell’elettronica viene distribuito tra tutti i musicisti, e questa è un’impostazione nuova. Federico lancia spesso file digitali che rappresentano motivi di sviluppo per tutti noi. La front line con Rubegni acquista un ruolo importante. È andata maturando nel corso degli anni: con il tempo, Mirco si è avvicinato con sempre maggiore intensità e convinzione alle mie idee. Io ho sempre avuto un rapporto privilegiato con la tromba, fin dai primi tempi con Enrico Rava. A livello di frequenze, penso non ci sia abbinamento migliore di quello tra tromba e trombone. Quando si tratta di avere un partner, la tromba resta la mia preferita».

Anche il lavoro di Stefano Colpi, in scena al Puccini il 16 luglio, rappresenta l’evoluzione di un lungo percorso, come ci ricorda lo stesso musicista: «Open Atrio è un lavoro in continua evoluzione e modificazione, basato su mie composizioni. Da più di dieci anni il nome è lo stesso, ma i componenti cambiano a seconda delle mie esigenze compositive. Negli anni si sono alternati sotto questa egida vari musicisti: dai celebri pianisti Stefano Battaglia e Roberto Cipelli al clarinettista Mauro Negri, ai batteristi Carlo Canevali e Stefano Bertoli, fino a solisti di rango della scena regionale trentina, come Walter Civettini, Michele Giro, Michael Lösch, Giuliano Cramerotti ed Enrico Tommasini. Lo scorso anno, al concerto per Lagarina Jazz, Open Atrio è tornato alla formula del trio, con Cipelli al pianoforte e Beggio alla batteria. Si allarga ora a quartetto, con l’inserimento dell’ottimo sassofonista Andrea Pimazzoni».













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