Doping

Schwazer: "Nel 2012 la Fidal sapeva che avevo provato l'Epo"

Il marciatore azzurro, squalificato fino all'aprile 2016, ha testimoniato al processo contro Fischetto, Fiorella e Bottiglieri



BOLZANO. «Già nella primavera del 2012 la Fidal era a conoscenza del fatto che avevo provato l'epo, ma nessuno mi ha fermato». Lo ha detto il marciatore Alex Schwazer in tribunale a Bolzano durante il processo contro i medici Fidal Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella e l'ex dirigente del settore tecnico della Fidal, Rita Bottiglieri. Durante la sua deposizione come testimone, Schwazer ha ripercorso le tappe: dalle prime ricerche su internet e l'acquisto di sostanze dopanti in Turchia, fino alla prima assunzione di epo in primavera 2012. «Volevo provare l'effetto prima dei giochi olimpici», ha spiegato. «Quando ho visto i valori ematici sulla piattaforma online del mio passaporto biologico Wada mi sono spaventato», ha aggiunto l'altoatesino. «Questi valori non erano giustificabili senza doping. Non sapevo più cosa fare e così ho chiamato il dott. Fiorella» che lo seguiva da anni.

Processo doping a Bolzano, Schwazer testimone

Il marciatore è stato sentito nell'ambito del procedimento a carico dei medici Fischetto e Fiorella e della dirigente Fidal Bottiglieri (foto Matteo Groppo). LEGGI L'ARTICOLO

Schwazer ha detto, di aver confessato l'assunzione di epo prima per telefono e poi anche durante un incontro con il medico Fidal a Parma. «Fiorella - secondo il marciatore - mi ha messo in guardia dalle conseguenze per me e per chi mi era vicino. Gli ho promesso di non farlo più, ma tra me e me avevo deciso di andare avanti», ha aggiunto Schwazer. Conversando con i cronisti dopo l'udienza, l'altoatesino ha ribadito che la Fidal sarebbe stata a conoscenza dei suoi valori ematici anomali, ma di non essere stato convocato. «È vero, sono io ad essermi dopato, ma se fossi stato chiamato all'Acqua Acetosa, non mi sarei messo nei guai». «Gli atleti vengono e vanno, i funzionari restano», ha aggiunto.













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