L'intervista

Rebesco: «Lascio un rugby più maturo»

Dopo 10 anni, allo storico delegato Fir subentra Pavanelli: «Il sogno è la Serie B, serve il lavoro sui giovani»


di Paolo Trentini


TRENTO. Nuova stagione e nuovo presidente. Domenica comincia il campionato di Serie C di rugby che vede al via quattro squadre trentine e si concluderà domenica 22 maggio. Nove le compagini iscritte in un torneo sicuramente più leggibile di quello dell’anno passato, senza gironi locali e senza seconda fase per le migliori 5 squadre. Si torna all’antico, al buon senso, con un unico girone e date certe per tutti. Le trentine impegnate sono Trento, al ritorno dopo una stagione di stop, Oltrefersina, Lagaria e Rotaliana alle quali si aggiunge il Sudtirolo e le veronesi Cus Verona, Valpolicella, Scaligera Valeggio e West Verona. Mancano all’appello i Cedroni della Val di Non, che hanno deciso di disputare il campionato amatoriale causa impegno troppo gravoso e problemi logistici.

Il torneo inizierà con il cambio del delegato: Guido Rebesco dopo 10 anni ha deciso di lasciare la presidenza della Fir Trentino a favore di Fabio Pavanelli per dedicarsi ad altre attività.

Presidente Rebesco ci fa un bilancio del suo mandato?

Si chiude con ottimi risultati. Nel 2005 c’erano poco più di 50 tesserati e un’unica società, oggi sono otto, con 650 atleti e si arriva di poco sotto gli 800 se si includono tecnici, dirigenti e accompagnatori. Ci sono diversi settori giovanili che stanno crescendo e abbiamo un ottimo movimento femminile. Il tutto in una terra che 10 anni fa tutto era fuorché votata alla palla ovale e abbiamo concluso con la partita Italia-Galles valida per il Sei Nazioni under 20. Fortunatamente ho visto una buona coesione tra le società. ognuno persegue sempre i propri interessi, ma non si sono mai viste grosse divergenze. Non sarà facile nel futuro aumentare il numero delle società anche se i margini di crescita ci sono, penso alle valli di Fiemme e Fassa, e al recupero di altre società come la Benacense che dopo un paio d’anni non ha più allestito una squadra senior. Chi mi seguirà penso che abbia tutte le carte in regola per continuare a far funzionare bene la macchina, lo ha già dimostrato nell’organizzazione del Sei Nazioni under 20 a Rovereto.

Dove può crescere il rugby trentino?

Al di là della nascita di nuove società è necessario far crescere ancora i settori giovanili. Quest’anno il progetto di formazione degli under 18 e under 16 è stato più organico, potendo avvalerci di tre punti di riferimento. L’ex Valpolicella Zanella che condurrà gli allenamenti e qualche ragazzo è entrato nelle accademie Fir. Ecco, il sogno sarebbe quello di costituire un centro di formazione stabile in Trentino dove i giovani possano crescere nel migliore dei modi. A livello di promozione penso sia importante continuare con le manifestazioni come quelle dello scorso marzo a Rovereto, a livello tecnico i margini di miglioramento sono invece enormi. Sarebbe importante avere una squadra in Serie B, ma mi rendo conto che per ottenere questo risultato oltre alla buona volontà e alla passione servono anche molte risorse in più e in questo momento non è facile trovare.

Ora lascia il movimento in mano a Fabio Pavanelli, lei che farà?

Penso sia il momento giusto per lasciare, ci sono forze fresche, entusiasmo e tanta voglia di lavorare, io dopo tanti anni in prima linea cominciavo ad avvertire la fatica e lo stress. Sì è il momento di smettere. Mi è stato chiesto di fare il manager di una squadra importante ma ho declinato, alla mia età è meglio fare il nonno. Mi è stato offerto un incarico internazionale sui giovani, questa sarà la mia strada.

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