L'INTERVISTA cesare maestri 

«Pronto a correre in montagna anche se a cronometro» 

Il campione di Bolbeno. «Nel primo periodo di quarantena noi atleti  di interesse nazionale potevamo uscire anche da soli, poi pure noi siamo stati bloccati in casa dove mi sono allenato con tapis roulant e cyclette»


Paolo Trentini


Trento. Trekking, bici e allenamenti mirati. Riprende così, dopo la quarantena, Cesare Maestri. Il ventisettenne di Bolbeno, tra poco riprenderà la preparazione atletica. L'obiettivo sono i campionati mondiali di corsa in montagna a Lanzarote il prossimo novembre, ma mantenendo sempre un occhio di riguardo alle notizie in arrivo, contando nella conferma della gara. Uno dei pochi atleti di interesse nazionale a non far parte di un gruppo sportivo militare, Cece ha trascorso il periodo di stop lavorando in smart working e facendo qualche lavoro atletico nell'attesa di poter riprendere.

Nei giorni scorsi la Fidal ha confermato il calendario in pista per i prossimi mesi ora si aspetta la conferma del resto. Cesare, hai dato un'occhiata alle prossime gare?

A essere onesti no. Non guardo molto i calendari. Ho paura di illudermi di gareggiare e un giorno svegliarmi e accorgermi che una o l'altra gara cui volevo partecipare è stata cancellata. Preferisco vivere alla giornata e attendo che l'atletica riprendano veramente e completamente. Personalmente non vedo l'ora che si ricominci o che vengano dati dei segnali concreti di ripresa, anche con manifestazioni svolte in altri formati. Per noi atleti la competizione fondamentale. Lo sport si fa per passione, ma l'avvicinarsi di una gara è lo stimolo e la motivazione per fare al meglio alcuni tipi di allenamenti.

Tanta gente è stata costretta in cassa integrazione, tu come hai trascorso la quarantena lavorativa?

Fortunatamente non ho fatto cassa integrazione. Soltanto per una settimana ho lavorato per metà giornata, poi ho continuato da casa e da quasi un mese sono tornato a lavorare in ufficio. Nell'azienda siamo rimasti più o meno un terzo con spazi di sicurezza e tutte le distanze del caso, alcuni sono stati trasferiti in altri uffici e chi aveva bambini o problemi particolari è rimasto a casa. Nei primi giorni era strano lavorare, avevo diverse titubanze, non sapevo cosa si poteva fare ma poi ci si abitua. Se si tolgono le distanze, le mascherine e lavarsi spesso le mani ora sembra una situazione quasi normale.

A livello atletico è stato difficile lo stop?

Nel primo periodo di quarantena per noi atleti di interesse nazionale c'era la possibilità di uscire, anche da soli e nel nostro comune. Poi come ben sappiamo è stato chiuso tutto e per un lungo periodo siamo stati bloccati in casa. Nella prima parte mi sono allenato tutti i giorni tra cyclette, esercizi vari e tapis roulant. Verso la fine ho staccato un po', perché ero stufo e perché ho avuto problemi a una gamba. In questo periodo oltre agli allenamenti classici faccio qualche giro in montagna e utilizzo anche la bici, cosa che non facevo gli anni scorsi. Visto che non ci sono gare in arrivo ne approfitto un po' per fare qualcosa di diverso che mi piace e che non potevo fare visti gli impegni ravvicinati.

Come procede il percorso verso la normalità?

Vorrei riprendere ad allenarmi nel giro di una settimana in modo da farmi trovare pronto se a luglio o ad agosto si riparte. La speranza è il mondiale di Lanzarote a metà novembre, l'unico evento internazionale ancora non cancellato. Spero si riesca a fare perché avrei un vero obiettivo annuale da perseguire.

Guardando in casa nostra ad agosto c'è il campionato italiano ad agosto.

Prima di tutto speriamo che lo facciano, perché non è scontato nemmeno quello. Poi bisognerà vedere con quale formula, se con la partenza in gruppo o individuale a cronometro. Io spero che lo facciano al pari di tante belle gare programmate per la primavera che sono state posticipate nella seconda metà di quest'anno. Se le cose andranno bene avremo un autunno bellissimo con un sacco di eventi belli, magari con un format diverso ma ugualmente interessanti.

In pista si prospettano gare a cronometro per gli 800, come la vedi una corsa in montagna contro il tempo?

Viste le premesse di quest'anno penso che una gara del genere, anche se fosse un campionato italiano, la correrei, farei il mio meglio per vincere e sarei super contento di poterlo fare. Certo, una gara senza il confronto e la battaglia con gli altri sarebbe molto diversa, ma in questo momento bisogna sapersi adattare come stanno facendo tutti gli altri ambiti e non vedo perché lo sport non debba cercare soluzioni alternative. Nella speranza che sia solo una fase transitoria.

Tra le gare non cancellate ci sono anche i cross.

Mi piacerebbe tanto farli. Diciamo che con gli europei di cross ho un conto in sospeso: negli ultimi anni ho sempre svolto le selezioni ma mi è sempre successo qualcosa. L'anno scorso mi sono fatto male, nel 2018 ero a fine stagione e il mio stato di forma era in netto calando, nel 2017 ho avuto la bronchite. Non cerco scuse ma so che sono stato sfortunato e so pure che posso qualificarmi agli europei e so che posso comportarmi bene. Aspettiamo di vedere quali gare saranno confermate, se ci saranno i mondiali l'obiettivo saranno quelli e difficilmente riuscirò a preparare anche cross. In caso contrario caccia alle campestri.

E la strada?

Ci sto pensando seriamente, a inizio anno stavo preparando una mezza maratona e stavo molto bene, ma il lockdown ha rovinato tutto. L'obiettivo è fare una mezza con un tempo sotto il mio personale (1h04') e magari più avanti spostarmi sulla maratona, disciplina che mi piace molto. Non so se già il prossimo anno o più tardi, però l'intenzione c'è e, se la corsa in montagna non diventerà sport olimpico, la mia speranza di andare un giorno alle Olimpiadi passa per forza attraverso la maratona. Non è facile, perché la maratona è una corsa difficile, con molte variabili e perché il livello anche in Italia si sta costantemente alzando e la concorrenza è sempre di più e sempre più veloce. Non nego, però, che mi piacerebbe provarci.













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