Medaglie del Coni, sfilata a Sanbapolis 

Riflettori su Francesca Dallapè, già al lavoro per tornare alle gare assieme alla Cagnotto in vista dei Giochi 2020 


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Parata di stelle, ieri sera, sul palco del teatro di Sanbapolis, per la consegna delle benemerenze del Coni di Trento. Una cerimonia che è anche l’occasione per prendere consapevolezza della portata complessiva del movimento sportivo priovinciale, al di là di quelli che sono i fenomeni “da copertina”. Tra i campioni italiani di curling e quelli del tamburello, a catalizzare l’attenzione ci ha pensato comunque, a buona ragione, Francesca Dallapè: non solo perché l’impresa che le è valsa la medaglia d’oro al valore atletico è il podio olimpico sul quale è salita nell’estate del 2016, a Rio de Janeiro, assieme alla compagna di sincro Tania Cagnotto; ma anche, e soprattutto, perché proprio assieme all’inseparabile “partner” la tuffatrice di Villamontagna sta progettando un clamoroso ritorno. No, la splendida parabola delle regine continentali del trampolino non è finita. Quello che, dopo i Giochi dei 2016, complici le rispettive marternità pareva dover essere un addio, nelle scorse settimane s’è trasformato in un arrivederci. Come hanno spiegato Tania e Francesca nelle scorse ore all’amico e collega Stefano Bizzotto, voce Rai dei tuffi. «È una decisione che ho cominciato a pensare quando mi sono ritrovata con questa pancia ingombrante – ha detto Dallapè – Mi sentivo abbastanza scomoda. Mi sono detta: “Non posso, devo buttarla giù subito, appena nasce».

Ma a Francesca non basta rimettersi in forma e tornare a gareggiare, il sogno è un’altra Olimpiade, assieme a Tania: «A Tokyo 2020 avrò 35 anni, non è poco», dice la bolzanina. «Io 34, mica tanti di meno», chiosa Francesca. «Eravamo acciaccate a Rio, figurati adesso, vediamo come ci regge la carcassa», conclude la Cagnotto, che quindi parrebbe intenzionata ad assecondare il sogno di “Franci”.

Restando ai tuffi, oltre alla Dallapè è stata premiata (con la palma d’argento) anche la sua allenatrice Giuliana Aor.

Nel suo intervento, il presidente del Coni trentino Paola Mora ha sottolineato il significato delle benemerenze, il valore degli atleti e, più in generale, dello sport. «Una cornice – ha detto – che di questi tempi finisce per riempirsi anche di responsabilità, specie in un territorio di montagna come il nostro. Trento è una delle città più vivibili d’Italia e questo è sicuramente merito anche dello sport. Sotto questo aspetto, importantissimo è il ruolo della scuola, degli insegnanti, ma anche quello dei tecnici, degli allenatori e delle società sportive, che devono sforzarsi di accompagnare la carriera scolastica dei loro atleti. Quante volte sento che questi abbandonano lo sport per gli impegni scolastici, quando invece è proprio a scuola che dovrebbero scoprire lo sport. Un altro auspicio che faccio è quello di un aiuto concreto per le famiglie che sostengono l’attività sportiva dei propri figli e purtroppo hanno difficoltà economiche».

Paola Mora ha rinviato al prossimo consiglio un bilancio di questo suo primo anno di attività alla guida del Comitato provinciale di Trento del Coni, ma sono fatti l’ormai ultimato trasferimento della sede di 37 federazioni sportive e della stessa sezione trentina del comitato olimpico nella nuova Casa dello Sport di via della Malpensada, la cui inaugurazione è già fissata per il 15 gennaio; e la creazione delle sei commissioni alle quali prenderanno parte i presidenti delle federazioni sportive.

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