L'EVENTO

Marcialonga, pronto il "piano B" con tracciato ridotto

Gli organizzatori credono ancora nella possibilità di mentenere tutti i 70 chilometri di percorso previsti per la gara, ma se il tempo non aiuterà sono pronti a scendere a 50 chilometri



VALLI DI FIEMME E FASSA. Tra il dire e il fare c’è di mezzo... la neve. Non è certo mistero che questo sia, fino ad oggi, un inverno atipico con temperature al di sopra della media, poca neve e fondovalle più verde che bianco. E non solo in Italia. Lo scorso week end le gare di Coppa del Mondo di Combinata Nordica e Tour de Ski e pure ieri in Val Müstair viste alla TV erano davvero al… verde di neve. I dirigenti della Marcialonga sono ottimisti, ma ovviamente preoccupati. Le condizioni per produrre neve sono risicate, quella stesa viene graffiata dal sole. Ma la Marcialonga non è solo una gara, è un evento che coinvolge l’economia di due vallate ed allora non si possono certo deludere gli oltre 7700 fondisti iscritti e i tanti accompagnatori al seguito che riempiono gli alberghi delle Valli di Fiemme e di Fassa. Angelo Corradini, presidente, e Gloria Trettel, direttore generale, hanno radunato così il proprio staff “neve” per fare il punto.

Come già annunciato ci sono dei tratti di pista già pronti, vale a dire Canazei - Soraga, Predazzo - Panchià e Lago di Tesero - Cascata di Cavalese (manca poco tra Panchià e Lago ed oggi inizia anche l’innevamento Moena-Predazzo) e per male che vada, se proprio il tempo avverso non ci metterà ulteriormente lo zampino, la Marcialonga si farà sulla distanza di 50 km, da Mazzin a Cavalese. È il “piano B” chiuso però nel cassetto di Gloria Trettel, perché l’obiettivo ovviamente è mettere a disposizione dei fondisti tutti i 70 km di binari da Moena a Cavalese. Se si dovesse adottare il “piano B”, come nel 2007 quando vinsero lo svedese Jerry Ahrlin e la norvegese Ilde Pedersen, probabilmente sarebbero molti i fondisti italiani, ma anche stranieri, a rallegrarsene, visto che in questa stagione è stato arduo o addirittura impossibile allenarsi per la scarsità di neve.

Ma si sa i “bisonti” sono testardi e tenaci, la Marcialonga è la Marcialonga e la si deve portare a termine a qualsiasi maniera. Angelo Corradini non demorde. Passa le sue serate a consultare i siti meteo internazionali più attendibili ed ha sempre sott’occhio il termometro e l’igrometro. Sera dopo sera passa in rassegna i “cannoni” e va a rincuorare i suoi “cannonisti”, un termine insolito coniato proprio in Marcialonga per gli addetti alla produzione di neve, con una thermos di caffè caldo ed un sorso di “cordiale” come succedeva agli alpini di guardia la notte nei tempi passati.

È una guerra contro il tempo, quello meteo e quello fisico. Perché la neve ammucchiata va poi caricata su camion e trattori, portata sul percorso, stesa, fresata e “binariata” dai gatti. Ma Corradini continua a sottolineare che di 50 km, semmai, se ne parlerà dopo il 18, termine ultimo per la FIS per cambiare la distanza. Per ora tutti sono concentrati sui 70 km da Moena a Cavalese. Eppoi Corradini è convinto che il 18 nevicherà per bene. Non ci sono variazioni nell’aria invece per gli appuntamenti di sabato, la Marcialonga Story col classico evento vintage alla terza edizione, la Minimarcialonga con le 30 candeline da spegnere tutte d’un fiato, e la Marcialonga Stars pronta a tendere la mano alla Lega Tumori di Trento.

Tutto ok anche per la Marcialonga Young, al via sabato ed anche domenica mattina. Con questa situazione di neve i “maghi” della sciolina avranno di che lavorare su intrugli e cocktail per i “bisonti”, i big della FIS Marathon Cup e della Ski Classics, i due prestigiosi circuiti di cui la Marcialonga fa parte, vanno a spinta dal primo all’ultimo chilometro e per loro non cambierà nulla. Ci sono un sacco di campioni scandinavi che già scalpitano, l’albo d’oro dal 2003 ad oggi si legge solo in lingua norge e svedese, con un breve intermezzo ceco.













Scuola & Ricerca

In primo piano