Lo splendido domani di Jack Sintini

Martedì in tutte le librerie “Forza e coraggio”, storia della battaglia del palleggiatore della Diatec contro il tumore


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Jack Sintini ieri, oggi e soprattutto domani. Ieri la partita contro Ravenna, squadra nella quale ha giocato le prime stagioni della sua carriera. Ma nel recente passato del palleggiatore di Lugo di Romagna c'è soprattutto una terribile malattia – il linfoma non Hodgkin a grandi cellule B che gli è stato diagnosticato nel 2011 – e una durissima battaglia combattuta per tornare in campo forte come prima, coronata con la conquista del terzo scudetto gialloblù. Trento è, appunto, l'oggi e il domani di Giacomo Sintini.

Avere un domani, per lui, è sicuramente la cosa più importante. E proprio domani uscirà in tutte le librerie d'Italia Forza e coraggio (Mondadori, 168 pagine, 17 euro), il libro scritto con Francesca Parravicini nel quale Jack racconta la sua battaglia.

Sintini rivive nei minimi dettagli tutte le fasi di quei dodici mesi di dolore e paura, di disperazione, di forza e di coraggio con una lucidità straordinaria, grazie anche ai video che aveva registrato per la figlia nel caso che... La lucidità, la razionalità che non ha mai perso, nemmeno quando il tumore gli stava mangiando una costola, provocandogli una sofferenza inenarrabile: questa perlomeno è l'impressione che si coglie leggendo la drammatica cronaca della caduta e della resurrezione del palleggiatore di Trentino Volley. Forza e coraggio sfugge infatti alla retorica classica della storia del campione che vince nella vita la partita più difficile – e questo è il valore aggiunto di questo memoir – perché è appunto racconto, non manuale, vita e non inno alla vita. Certo, narrando la sua vicenda assieme terribile e splendida, Giacomo prova a raccontarci dove ha trovato quella forza e quel coraggio. Ma basta leggere la dedica alla moglie Alessia (che ha collaborato alla stesura del testo), basta pensare che la giovane coppia aveva avuto una bambina da pochi anni, basta pensare all'appuntamento telefonico fisso con il padre – peraltro medico – che Jack aveva già prima della malattia, per capire che a spingerlo verso la salvezza è stata sì la determinazione dello sportivo abituato a soffrire, ma anche e soprattutto l'affetto delle persone che aveva attorno. Come il procuratore Luca Novi, che dopo la terribile diagnosi gli ha subito detto di voler pensare a quando sarebbe tornato in campo, non a quanto sarebbe stato fermo.

Forza, coraggio e tanto amore, caro Giacomo. È grazie a quello che hai un domani.

@mauridigiangiac

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