La “vendetta” di Stoytchev Verona espugna Modena

Modena. Con l’Itas Trentino a riposo e il match clou tra Lube Civitanova e Sir Safety Conad Perugia anticipato per gli impegni mondiali dei “cucinieri” (il 10 novembre era finito 3-1 in favore della...



Modena. Con l’Itas Trentino a riposo e il match clou tra Lube Civitanova e Sir Safety Conad Perugia anticipato per gli impegni mondiali dei “cucinieri” (il 10 novembre era finito 3-1 in favore della squadra di Fefè De Giorgi), il match clou dell’11esima giornata d’andata della SuperLega era quello in programma ieri alle 15 al PalaPanini tra Leo Shoes Modena e Calzedonia Verona. Partita attesa sopratutto per la presenza, alla guida degli scaligeri, del più “odiato” (sia detto tra virgolette, ma neanche troppo, visti i trascorsi) degli ex. Quel Radostin Stoytchev esonerato qualche stagione ed ancora ai ferri corti con la società emiliana e diversi elementi della squadra di allora.

Ecco allora che la vittoria per 3-2 colta sul campo della Leo Shoes può essere considerata la più classica delle “vendette dell’ex”: Verona compie l’impresa ed espugna il PalaPanini di Modena interrompendo così l’imbattibilità casalinga della squadra guidata dall’ex Andrea Giani. 2-3 (23-25; 17-25; 31-29; 25-19; 13-15) il punteggio finale, con 31 punti di Boyer, 13 del, giovane Asparuhov per Verona e 12 di Cester, a Modena non sono bastati i 28 del solito Zaytsev, i 17 di Bartosz e i 17 di Holt.

«Sono molto contento del risultato e dei punti conquistati – ha detto lo stesso Stoytchev – Rimane un po’ di rammarico per il terzo set, perché abbiamo sfiorato lo 0-3, ma va bene così. La squadra ha saputo interpretare al meglio quello che ci siamo detti in settimana e questo mi rende orgoglioso. Abbiamo lavorato bene e siamo riusciti a trovare la chiave giusta in fase di cambio palla e di break. Sapevamo di dover gestire bene i nostri colpi e così abbiamo fatto. I nostri spostamenti a muro sono stati tutti giusti anche se in difesa avremmo potuto fare meglio. Il turno in battuta di Anderson è sempre complicato, ma ce la siamo cavata».















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