In pensione Attilio Cauli il comandante di Zorzi & C.

Cambio della guardia al Gruppo Sciatori delle Fiamme Gialle di Predazzo Il colonnello sardo lascia dopo 14 anni: «L’oro di Cristian l’emozione più grande»


di Maurizio Di Giangiacomo


PREDAZZO. Quattordici anni al comando del Gruppo Sciatori Fiamme Gialle: decine e decine di atleti assunti, una quintalata di medaglie in bacheca, tante soddisfazioni e mille storie da raccontare. Sono i numeri della carriera del colonnello Attilio Cauli, partito quasi 38 anni fa da Pau, un paese della Sardegna dove la neve l'aveva vista un paio di volte, ed arrivato fino ai vertici mondiali degli sport invernali al comando di campioni dello sci della Guardia di Finanza quali Kristian Ghedina, Isolde Kostner, Cristian Zorzi e Denise Karbon.

Anche per questo quella dell'ufficiale sardo, che venerdì sera ha voluto ringraziare i suoi superiori, il mondo dello sport, gli amici della Val di Fiemme e tutti quelli con cui ha avuto modo di collaborare in questi anni, è una storia da raccontare. Riuniti alla Scuola alpina della Guardia di Finanza di Predazzo c'erano il generale Domenico Campione, comandante del Centro sportivo della Guardia di Finanza, il colonnello Vincenzo Parrinello, comandante del Gruppo polisportivo delle Fiamme Gialle, il colonnello Stefano Murari, comandante della Scuola alpina, il maggiore Luca Battella, suo successore alla guida del Gruppo Sciatori; e poi il vicesindaco Renato Tonet, lo scario Giuseppe Zorzi, il generale Carlo Valentino (già presidente della Federazione sport invernali), Franco Nones, Alfredo Weiss, Pietro Degodenz, Giorgio Torggler, i presidente dei comitati Fisi di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli, oltre al presidente del Comitato Fisg del Trentino, Luigi Saltori.

Da Predazzo era partito, come allievo finanziere, e a Predazzo finisce la sua carriera, Attilio Cauli: 38 anni divisi tra Tione (dove ha imparato a sciare ed ha conosciuto la moglie) e Courmayeur, dove ha conseguito il diploma di guida alpina, ha scalato grandi montagne (e vissuto anche una grande tragedia della montagna); poi, nel 1995, il ritorno in Val di Fiemme, prima come istruttore, poi, dal 1998, alla guida del Gruppo Sciatori. Cauli, come hanno avuto modo di sottolineare i suoi superiori, è stato uomo di grandi intuizioni. Basta fare i nomi degli atleti che ha “assunto” (Deville, Checchi, i fratelli Moelgg, Gross e Pittin, tanto per farne alcuni) ma soprattutto pensare che è stato lui, nel 2001, a caldeggiare l'assunzione delle prime donne: Isolde Kostner, Lucia Recchia, Denise Karbon e tante, tante altre. «Era quasi un anno che rompevo le scatole al mio comandante - ricorda - e forse è anche grazie alla mia testardaggine che la Guardia di Finanza fu la prima ad arruolare atlete». E Cauli è stato precursore anche con gli atleti del ghiaccio, che subito dopo l'assunzione hanno regalato alle Fiamme Gialle due medaglie olimpiche, e con il salto femminile.

«Sono stato spesso lo psicologo degli atleti», ha sottolineato nel corso dell'incontro, ma Attilio Cauli è sempre rimasto un militare, fedele alla disciplina: gli atleti (e i giornalisti...) ne sanno qualcosa. «Più che di disciplina – dice – parlerei di normali regole di comportamento per quanto riguarda l'abbigliamento, i rapporti con la stampa, la visibilità esterna. Gli atleti, del resto, vengono assunti per dare lustro all’immagine dell’arma».

Ma, sotto questo aspetto, uno degli atleti che più l'ha fatto soffrire, l'estroso Cristian Zorzi, è anche quello che forse gli ha regalato le soddisfazioni più grandi. «Sì, ai Mondiali di Lahti 2001, ai Giochi di Salt Lake City, ma soprattutto alle Olimpiadi di Torino: l'oro di Cristian nella staffetta è stato forse il momento più bello».

E adesso? Pietro Degodenz, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di sci nordico, l'ha già ingaggiato per il prossimo anno. «Ma vorrei anche dedicarmi alle mie passioni ed alla mia famiglia, che in questi anni mi ha visto davvero poco». Moglie e figli ringraziano!

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