L'intervista

Giacca ci crede: «Obiettivo la parte sinistra della classifica, playoff inclusi» 

Il numero uno del Trento si prepara a guidare la società gialloblù nella stagione della conferma e del rilancio: «L’asticella si è alzata: Sognare non costa nulla, spero di raggiungere una buona posizione» 


Massimiliano Cordin


TRENTO. Sempre presente, sempre orgogliosamente presente. Quello tra il presidente Mauro Giacca e la sua creatura è un rapporto di puro amore che si alimenta costantemente. Una storia che proviene da lontano, non dal 2014, anno nel quale assunse la presidenza del Club aquilotto bensì da quando, ancora in età scolastica andava allo stadio con il padre.

Il Trento, anno dopo anno, è cresciuto sempre di più fino a ritrovare, nell’anno del centenario, il mondo professionistico. Per la prossima stagione la volontà è quella di alzare ancora l’asticella. Il nuovo obiettivo è stupire anche in Serie C.

Presidente, come valuta la passata stagione del Trento?

L’ultima stagione direi che è stata fondamentale perché ci ha permesso di consolidarci nella terza categoria nazionale. Essendo stata una stagione positiva, poi, ci ha dato la possibilità anche di far riavvicinare i tifosi che si erano allontanati negli anni precedenti. Nel finale di stagione, pur avendo ben otto punti di vantaggio sulla penultima, abbiamo dovuto svolgere i playout. Dovessi trovare un lato positivo anche per lo spareggio finale, direi che, proprio l’ultima sfida casalinga contro la Giana Erminio, ci ha regalato una meravigliosa cornice di pubblico al Briamasco.

Si può dire che dopo diversi anni, anche a Trento si è riacceso l’amore per il calcio…

Sì, devo dire che l’affetto che ci manifestano i nostri tifosi ci ripaga delle fatiche fatte durante questi anni. Qualche giorno fa, alcuni di loro, ci hanno chiesto se fosse possibile montare, al posto della curva attuale che permette l’accesso a 500 persone, un settore più capiente perché, secondo le loro stime, quella non è più sufficiente. Ritengo che loro siano il valore aggiunto delle sfide della domenica.

Che obiettivo si pone la società per il prossimo anno?

In vista della prossima stagione, per quanto riguarda la prima squadra, abbiamo alzato l’asticella. Non dobbiamo dimenticarci, però, nemmeno il settore giovanile che per noi è importante. A livello societario abbiamo scelto un nuovo Dg come Di Taranto che è un professionista importante e che ha ormai un’esperienza ventennale nel mondo del calcio. Da quando è arrivato a Trento ci ha aiutato a notare alcuni difetti che questa società aveva, riconoscendone però allo stesso tempo anche le molte potenzialità. Siamo un club solido e che ha voglia di crescere. Per quanto riguarda il campionato, la nostra volontà è quella di arrivare nella parte sinistra della classifica, meglio se nei playoff. Siamo consci del fatto che, durante le prossime settimane, dovremo completare la rosa con qualche elemento che potrà aiutarci ad alzare ancora di più il nostro livello. Sognare non ci costa nulla e per tanto mi auguro di riuscire a raggiungere una buona posizione.

Il 2 agosto ci saranno i sorteggi del nuovo campionato, c’è una squadra che vorrebbe affrontare già alla prima giornata?

No, non abbiamo preferenze. Mi auguro però di partire nel miglior modo possibile. In questo periodo abbiamo lavorato bene a 360 gradi e penso che ciò si possa vedere anche dallo staff e dall’eleganza che abbiamo acquisito. Tramite il nostro lavoro ci auguriamo di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati perché ce lo meritiamo noi così come se lo meritano tutte le realtà che ci hanno aiutato in questi nove anni.

Ci sono novità per quanto concerne la situazione dei campi di allenamento?

No, questo è un problema ma al momento, per quanto riguarda le strutture, non ci sono ancora novità. In questi otto anni abbiamo investito tantissimo per portare il Trento tra i professionisti e far sì che il Club fosse una realtà virtuosa, un modello in ambito calcistico. Per quanto riguarda il Centro Sportivo, però, non possiamo essere autonomi e investire direttamente. Lo faremmo, anzi l'avremmo fatto, ma non è possibile e quindi auspichiamo che la Pubblica Amministrazione, con la quale i rapporti sono eccellenti e il dialogo continuo, riesca a trasformare in realtà il sogno del centro sportivo, indispensabile per un Club professionistico che vuole continuare a crescere. Una squadra, a questo livello, non può permettersi di giocare sempre su campi di erba sintetica perché spesso comportano il rischio di arrecare infortuni ai nostri giocatori.

Venerdì scorso a Moena il Trento ha affrontato una delle big del Campionato di Serie A. Quali emozioni ha provato?

Poter essere chiamati da società di prim’ordine come sono i Viola per disputare un’amichevole che serve per aiutarli nella loro preparazione, è stata una gran bella soddisfazione. Negli anni passati eravamo noi che chiedevamo alle altre società di poter disputare delle amichevoli contro di loro ora, invece, sono le società che ci chiedono di affrontarci e questo può essere solamente motivo d’orgoglio. Finalmente anche nel nostro territorio, che ha sempre vissuto di luci fornite soprattutto grazie ad altri sport, possiamo dire con soddisfazione che c’è anche una società di calcio che è sana, in regola e molto ambiziosa.













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