Futuro Dallapè «Le Olimpiadi e poi un figlio»

Festa (e lezioni di tuffi) alla piscina Manazzon per l’argento mondiale assieme alla Cagnotto


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Festa alla piscina Manazzon di via Fogazzaro, ieri, per la medaglia d’argento conquistata da Francesca Dallapè assieme a Tania Cagnotto nei tuffi sincro ai Mondiali di Barcellona. La trentina, sempre attenta alle esigenze della sua società, ha vissuto un pomeriggio da... maestra, insegnando i primi rudimenti dei tuffi a decine di ragazzini e anche a qualche allievo un po’ più grandicello.

«Ho tenuto una lezione di tuffi aperta a tutti, sia ai ragazzi che agli adulti, la Buonconsiglio avrebbe intenzione di allestire una squadra Master».

Ci spiega la presenza, accanto al suo collega Maicol Scuttari, di Igor Cassina?

Abbiamo preso parte ad un evento a Lignano assieme, lui adesso va in vacanza in Bondone e allora lunedì lo abbiamo invitato a cena a casa nostra, assieme a Tania e ad altri tuffatori. Quando ha saputo della mia “lezione” ha voluto partecipare. Tuffi e ginnastica sono sport simili, è stato bello, Igor ha fatto una bella esibizione.

Torniamo a Barcellona. Per lei e Tania Cagnotto è stata una medaglia molto importante.

Sì, di maturità edi esperienza. La paura di sbagliare, dopo la delusione di Londra, c’era. Io ero agitata, ma la testa ha funzionato bene, è una cosa molto importante.

Dal trampolino di Barcellona, assieme a Tania, avete guardato fino a... Rio?

Sicuramente questa medaglia ci dà fiducia e gli stimoli che forse quest’anno non avevamo. Personalmente programmo un anno alla volta, ma l’obiettivo è comunque arrivare alle Olimpiadi del 2016.

Adesso dobbiamo chiamarla signora Panzolato? Il matrimonio ha contribuito a quella maturità di cui parlava?

È una cosa in più, come donna mi sento appagata e realizzata, voglio creare una famiglia. Sono serena e questo si riflette anche sugli allenamenti e sulle gare, perché so che quando torno a casa c’è qualcuno che mi sostiene.

Ci sta dicendo che è in arrivo un pargoletto?

Ovviamente ad un figlio ci ho pensato, ma il nostro sport è troppo complicato, fermarmi più di un anno sarebbe rischioso e quindi ho pensato di fare il sacrificio di attendere fino a dopo le Olimpiadi. Del resto, dopo Rio avrò trent’anni, penso che possa essere il momento giusto.

Spazi piscina a Trento, problema irrisolto?

Purtroppo sì. Un paio di giorni alla settimana c’è mezz’ora in più e basta. Io ormai mi sono organizzata a Bolzano, ma per i giovani che vorrebbero avvicinarsi al mio sport non è certo la situazione ideale.

@mauridigiangiac

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