Due vittorie e tre secondi posti. È il bilancio, affidato all’asciutto linguaggio dei numeri, della “Milano-Sanremo” dei ciclisti trentini.

Francesco Moser vinse trentacinque anni fa con uno scatto in discesa dal Poggio. Una decina di anni più tardi, Maurizio Fondriest, scelse sempre il Poggio per proporre il suo allungo in salita che obbligò gli avversari a lottare per i gradini meno nobili del podio.

Entrambi hanno centrato il secondo posto. Moser in un’occasione: nel 1975, in via Roma, venne superato dal “Cannibale” Eddy Merckx in maglia iridata. Il belga aveva conquistato il suo terzo mondiale nell’agosto dell’anno prima, a Montreal, nella corsa che sulle strade canadesi aveva segnato il debutto in maglia azzurra del campione trentino di Palù di Giovo.

Fondriest ha concluso due volte secondo a Sanremo. Nel 1988, in cima al Poggio, Maurizio era stato il solo a rispondere all’attacco di Laurent Fignon per poi piegarsi allo spunto veloce del transalpino. Nel 1995, Laurent Jalabert, si era dimostrato superiore allo sprint al clesiano. A Fondriest non era rimasto altro che allargare le braccia in segno di resa.

Nel 1984 Moser aveva vinto la Sanremo al rientro (o quasi) dal doppio record dell’ora messicano. Condizione di forma straordinaria per il fuoriclasse di Palù di Giovo che, proprio sulle strade della classicissima dei fiori, aveva iniziato il suo straordinario 1984 caratterizzato (anche ma non solo) dalla vittoria al Giro d’Italia (dopo i secondi posti del 1977 e del 1979 e il terzo posto del 1978).

Fondriest, nel 1993, aveva firmato la Milano-Sanremo dopo essere diventato papà. Al mattino, poco prima della partenza, una telefonata gli aveva annunciato la nascita della sua primogenita. Assieme a sua moglie Ornella aveva scelto per la figlia il nome di Maria Vittoria. Una scelta beneaugurante come confermato in corso Cavallotti, a Sanremo, nel tardo pomeriggio di un sabato di inizio primavera.

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