Ci prova Cece, ci riesce Narvaez 

Nel giorno di Pantani. Benedetti tra i 14 in fuga, la spunta l’ecuadoriano, Pozzovivo sfinisce la squadra, Nibali resta solo, Almeida in rosa Il Covid-19 preoccupa. De Gendt (Lotto Soudal): «Non mi sento sicuro». La EF chiede agli organizzatori di assegnare la vittoria domenica


LUCA FRANCHINI


Nella tappa dedicata alla memoria di Marco Pantani, disputata in buona parte sotto la pioggia, i big della classifica generale non si sono dati battaglia, quasi in segno di rispetto nei confronti del Pirata. A prendersi le luci della ribalta è stato il 23enne ecuadoriano Jhonatan Narvaez, che ha regalato un altro successo (dopo i due di Filippo Ganna) al Team Ineos Grenadiers e ha confermato il proprio particolare feeling con la Romagna. Il 3 settembre aveva vinto a Riccione, per poi trionfare nella classifica generale della Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Ieri un nuovo acuto, sul traguardo della 12esima frazione del Giro d’Italia 2020. Il successo è arrivato al termine di una lunga fuga, in cui era riuscito a inserirsi anche il trentino della Bora Hansgrohe Cesare Benedetti, che ha ceduto negli ultimi 40 chilometri (chiuderà 36esimo a 16’).

Sul percorso della Nove Colli

Partenza e arrivo erano a Cesenatico, a casa di Marco Pantani. Nel mezzo c’erano 204 chilometri da percorrere, disegnati sul tracciato della Granfondo Nove Colli, con quasi 4000 metri di dislivello positivo da coprire e pioggia e freddo a rendere ancora più difficili le cose. Dopo una lunga serie di attacchi e contro attacchi, sono evasi dal gruppo quattordici atleti e la Deceuninck Quick Step della maglia rosa Joao Almeida ha lasciato fare. Quando il vantaggio ha toccato i 13’30” è stata la Ntt di Domenico Pozzovivo a incaricarsi dell’inseguimento e a imporre un ritmo sostenuto. La selezione non è mancata, ma il lavoro non ha trovato finalizzazione in un attacco. La classifica generale è rimasta immutata. Da segnalare la compattezza della Deceuninck Quick Step, stretta attorno al proprio capitano Almeida, e la fragilità della Trek Segafredo, con Nibali unico tra i pretendenti al trono rimasto senza compagni al fianco nel finale.

Il drappello dei battistrada ha iniziato a perdere pezzi chilometro dopo chilometro, fino a quando al comando sono rimasti in due, Narvaez e Padun. A escludere dalla lotta per il successo l’ucraino ci ha pensato una foratura a 25 chilometri dall’arrivo. Il portacolori della Bahrain McLaren si è lanciato all’inseguimento alla disperata, arrivando a una manciata di secondi dall’ecuadoriano. Poi si è accesa la luce della riserva e per Narvaez è stata passerella trionfale.

Covid-19, c’è chi dice no

Oggi c’è la tredicesima tappa, 192 chilometri da Cervia a Monselice, con quattro “muri” da affrontare nel finale. Intanto, però, in gruppo serpeggia la preoccupazione per la situazione legata al Covid-19. Dopo l’esclusione per positività di Simon Yates, Steven Kruijswijk e Michael Matthews, e il ritiro delle squadre Mitchelton-Scott e Jumbo Visma, la notizia del contagio di alcuni poliziotti di scorta – ma si tratta di agenti in servizio al Giro–E, senza alcun contatto con la carovana dei professionisti – ha fatto scatenare i timori di qualche atleta. Il belga della Lotto Soudal Thomas De Gent ha dichiarato di sentirsi sicuro, mentre la Ef Pro Cycling ha addirittura inviato una lettera agli organizzatori chiedendo di sospendere la corsa rosa e di assegnare il trofeo domenica, alla fine della seconda settimana di gara. L'Unione ciclistica internazionale ha respinto, però, la richiesta.

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