Cesare Benedetti sarà il nostro “inviato”

Trento. Quindici giorni di gara in meno nelle gambe, 2,5 chili in meno sulla bilancia e una condizione che, per quanto visto alla Liegi-Bastogne-Liegi e al Gp di Francoforte, pare davvero eccellente....



Trento. Quindici giorni di gara in meno nelle gambe, 2,5 chili in meno sulla bilancia e una condizione che, per quanto visto alla Liegi-Bastogne-Liegi e al Gp di Francoforte, pare davvero eccellente. Cesare Benedetti è pronto a prendere il via al Giro d’Italia per la quarta volta, la terza consecutiva: anche quest'anno, il grestano della Bora Hansgrohe sarà l’“inviato dentro la corsa” per il nostro giornale e racconterà quotidianamente ai nostri lettori la corsa rosa.

Le parole della vigilia

«Mi sono preparato bene per il Giro – spiega Benedetti – A differenza delle scorse stagioni, in cui ho sempre corso tanto in primavera, ho nelle gambe 15 giorni in meno di gare. Ho fatto un ritiro di tre settimane a Sierra Nevada, peso 2,5 chili in meno rispetto a dodici mesi fa. Sono curioso di vedere cosa dirà la strada. L’obiettivo è quello di essere di supporto a Majka e Formolo nelle tappe dure».

La Bora Hansgrohe non parte tra le favorite, ma ha più di una carta da giocare: Pascal Ackermann per le volate, Rafal Majka e Davide Formolo per la classifica generale.

La Bora punta sulle volate

«Dalle volate ci aspettiamo vittorie – spiega Benedetti – Ci sono tanti sprinter forti, ma Ackermann non è da meno, soprattutto nelle tappe più ondulate, dove i velocisti devono sudarsela. Majka e Formolo, invece, partono per fare classifica. La prima settimana proporrà due crono, che potrebbero essere già decisive per definire le gerarchie in squadra».

Come di consueto, sarà un Giro d’Italia lungo e impegnativo. «Ci sono tre frazioni di oltre 230 km, altre tre sopra i 220 km – commenta il grestano – La tappa con il Mortirolo misurerà 226 km, con 5700 metri di dislivello: roba da otto ore di corsa».

Majka e Formolo in classifica

Il Giro 2019 pare molto aperto e la Bora Hansgrohe non vuole stare a guardare. «Majka punta al podio, ma un piazzamento nei primi 5 sarebbe già buono – conclude Benedetti – Io cercherò di aiutarlo. Se poi si presenterà qualche occasione da sfruttare, lo farò volentieri, perché mi sento bene». L.F.













Scuola & Ricerca

In primo piano