Doping

Caso Schwazer, al via l’inchiesta penale

Sequestrate le provette: la Procura di Bolzano partirà con l’analisi del dna, poi gli altri accertamenti tecnici


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La nuova inchiesta avviata dalla Procura di Bolzano sul caso Schwazer entra nel vivo. Dopo settimane di attesa la Procura di Colonia ha sequestrato, su richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Bramante, le provette delle analisi sull’urina dell’ex marciatore azzurro, a cui è stata negata la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Rio. La Procura di Bolzano sta operando per rogatoria. La prima tappa per poter iniziare a lavorare sul fronte investigativo riguardava proprio il sequestro delle provette. La decisione della Procura tedesca di accogliere l’istanza del magistrato altoatesino è in primo luogo dimostrazione che le motivazioni poste alla base del provvedimento sono state considerate fondate. Come si ricorderà la nuova inchiesta è stata avviata sulla base dell'esposto depositato dall’avvocato Gerhard Brandstätter, che denunciò una serie di inquietanti anomalie sull’iter seguito per la ripetizione delle analisi effettuate lo scorso primo gennaio. In questo procedimento, ovviamente, Alex Schwazer è presunta parte lesa.

L’indagine è stata avviata con l’ipotesi di accusa della frode sportiva, questa volta in danno dell’ex marciatore che potrebbe essere rimasto vittima di un complotto internazionale per eliminarlo una volta per tutte dalla ribalta sportiva mondiale. Come noto c’è anche il forte sospetto che Schwazer possa aver pagato di persona ritorsioni legate all’impegno costante sul fronte della lotta al doping di Sandro Donati, l’allenatore di Schwazer che ha denunciato di essere stato più volte minacciato. Così come minacciato è stato anche l’avvocato Gerhard Brandstätter che ha sostenuto le buone ragioni di Alex Schwazer in tutte le possibili sedi di giudizio.

Ora l’inchiesta della Procura penale di Bolzano sta entrando nel vivo. Come detto le provette sono già sotto sequestro ed è probabile che vengano materialmente consegnate dagli inquirenti tedeschi al magistrato di Bolzano nei prossimi giorni. Poi inizierà la fase dedicata agli accertamenti tecnici.

Il primo accertamento già deciso dal Pm Bramante è la verifica del Dna. È necessario essere certi che le urine a suo tempo analizzate appartengano effettivamente ad Alex Schwazer, al quale la Procura nei prossimi giorni chiederà una collaborazione stretta. Sarà infatti fondamentale che l’atleta ricostruisca nei minimi particolari eventuali episodi avvenuti il 31 dicembre, cioè il giorno precedente il controllo a sorpresa del primo gennaio. Poi il magistrato dovrà individuare super esperti in grado di effettuare tutte le verifiche possibili sulla sostanza che venne individuata (seppur con tracce quasi insignificanti) tentando di verificare tecnicamente se la positività possa essere stata provocata da manipolazioni esterne.

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