L'INTERVISTA silvio martinello rai radio 1 

«È un Giro d’Italia senza padrone tra crono e salite» 

L’olimpionico di Atlanta: «La tappa che accende la fantasia è quella con Gavia e Mortirolo, ma attenti alla Feltre-Croce d’Aune con il Passo Manghen. L’esclusione da Rai Sport? Bulbarelli ha fatto le sue scelte»


Maurizio Di Giangiacomo


È un Giro d’Italia senza “padroni” annunciati quello che tra sette giorni prenderà il via con la cronometro di San Luca, a Bologna: perché il lotto dei pretendenti è particolarmente ampio, nessuno di loro arriva alla Corsa Rosa con le stimmate del dominatore e, soprattutto, perché l’edizione 102 avrà tanta montagna (con una seconda parte terribile) ma anche le tre prove contro il tempo potrebbero lasciare profondi segni sulla classifica generale. Parola di Silvio Martinello, 56enne padovano olimpionico della pista, vincitore di due tappe al Giro d’Italia, ormai più noto come commentatore tecnico di Rai Sport. Ruolo che, con l’avvento alla direzione di Auro Bulbarelli, non ricopre più. Lo abbiamo chiamato per parlare anche di questo.

Martinello, i bene informati danno come favoriti Nibali, Dumoulin, Roglic, Simon Yates, Lopez e Bernal: lei su chi punta?

Il percorso è adatto anche a chi va forte a cronometro, quindi mi verrebbe da dire Dumoulin, Roglic o lo stesso Bernal. Ma, con tutta la montagna che c’è nella seconda parte, non possiamo tralasciare Nibali, Simon Yates e Miguel Angel Lopez, ai quali però aggiungerei Mikel Landa, che forse è il più forte scalatore di quest’epoca: se ritrovasse in pieno la condizione dopo le cadute, il Giro d’Italia potrebbe essere la sua grande occasione. Il cuore di italiano, ovviamente, dice Nibali, che sia al Tour of the Alps che alla Liegi ha mostrato di essere in crescita. Direi che nessuno tra questi nomi parta davvero favorito.

Non possiamo non chiederle chi sarà il velocista da battere: il suo corregionale Viviani?

Se fosse ancora nella condizione dell’avvio di stagione sarebbe un gradino sopra, ma credo che anche in questo caso, con Gaviria, Ewan, Ackermann e spero anche Nizzolo, i valori in campo siano tutti da verificare.

Cacciatori di tappe: Campenaerts per le crono e poi riflettori su Formolo?

Campenaerts nelle prove contro il tempo non si discute; Formolo è uscito benissimo dalla Liegi, può ambire anche ad una buona classifica generale.

In attesa di capire se peseranno di più le cronometro o le salite, qual è la tappa sulla quale ha messo il circoletto rosso?

La Lovere-Ponte di Legno, con il Gavia e il Mortirolo, è quella che accende la fantasia, nella speranza che il meteo sia favorevole. Per quelle due salite, per il chilometraggio e per il dislivello oltre i 5.000 metri, è la più attesa. Ma non tralascerei la Feltre - Croce d’Aune, appena sotto i 5.000 metri, con il Passo Manghen, alla vigilia della cronometro conclusiva di Verona: la speranza degli organizzatori è arrivarci con la lotta per la classifica generale ancora aperta, sarebbe un finale favoloso.

Ci permetta una domanda da trentini: al Giro d’Italia dovrebbe tornare in gruppo Gianni Moscon. Cosa crede gli sia successo in questo sfortunatissimo avvio di stagione?

Ha pagato la caduta all’UAE Tour, per lui il Giro d’Italia è un crocevia importante. È al Giro per la prima volta, speriamo possa avere spazio: se Bernal dovesse rimanere in corsa per la classifica generale, il trentino dovrà mettere da parte le sue ambizioni; in caso contrario, credo che possa puntare ad un successo di tappa.

Al Giro d’Italia non ci sarà invece Matteo Trentin, reduce da una prima parte della stagione agrodolce. Nelle Classiche ci ha provato sempre, ma non ci è riuscito mai: sbaglia qualcosa o gli manca qualcosa?

Ha disputato un’ottima Milano-Sanremo: tutti hanno detto che ha sbagliato l’attacco, io ritengo che siano valutazioni che lasciano il tempo che trovano. Se se la sentiva ha fatto bene: sul Poggio era tra i più brillanti, purtroppo la scelta non l’ha premiato. Alla Roubaix si è spento, ma si è spento anche Sagan. Al Fiandre mi aspettavo di più, ma le giornate storte capitano. Lui c’è, spero che trovi quel qualcosa che gli manca perché è un ragazzo serio e un grande professionista: quando è andato via dalla Quick Step ha fatto una scelta coraggiosa che, fino ad oggi, ha pagato solo in parte.

Veniamo a lei: quest’anno ci toccherà ascoltarla su Rai Radio 1, cosa è successo?

È successo che a Rai Sport è cambiato il direttore: Bulbarelli ha idee diverse, voleva cambiare e ha sostituito parzialmente il telecronista (Francesco Pancani, ndr) e completamente il commentatore tecnico. Sarei potuto rimanere per gli eventi minori ma ho preferito chiudere la mia collaborazione. Le nuove formazioni sono già al lavoro, non mi sembra abbiano riscosso grande gradimento dal pubblico ma io rivolgo loro i migliori auguri. Nel frattempo mi è arrivata la proposta di Rai Radio 1 di Luca Mazzà: farò il Giro e forse anche il Tour.

©RIPRODUZIONE RISERVATA















Scuola & Ricerca

In primo piano