Valduga: «Sì alla Rovereto-Riva Ma non sia un’opera spot» 

Il caso della settimana. Il sindaco di Rovereto favorevole al progetto, anche finanziato con un bond, ma solo ad alcune condizioni: «Deve essere parte di un disegno di futuro e i territori vanno coinvolti. Ma poi con la Valdastico come la mettiamo?»


Luca Petermaier


Trento. «Ma poi, con la Valdastico, come la mettiamo?». Domanda provocatoria (ancorché legittima e centrata) che il sindaco di Rovereto Francesco Valduga rivolge alla giunta provinciale, commentando con favore l’ipotesi (caldeggiata dal Trentino, ma già rispolverata qualche mese fa dallo stesso governatore Fugatti) di realizzare finalmente il collegamento ferroviario tra Rovereto e Riva del Garda.

Prima di scendere nel dettaglio dell’opera, il sindaco Valduga fa una premessa. Che è questa: «Leggo di una Provincia che presenta opere a destra e a manca, finanziabili sia con un bond trentino, sia con il Recovery Fund. Tutto benissimo, ma non vorrei passasse l’idea che la Provincia investe e noi poveri Comuni siamo quelli che chiediamo ai cittadini di tirare la cinghia. Questo non è accettabile perché le autonomie locali, qualche idea, l’hanno messa sul tappeto».

Fatta questa premessa Valduga entra nel tema: «La Rovereto-Riva è un progetto che può sicuramente avere un senso, soprattutto se - come ha detto l’ex assessore Mauro Gilmozzi proprio sul Trentino - lo immaginiamo collegato alla Baviera in un’ottica transfrontaliera. L’importante è che non si tratti da un lato di un intervento spot e dall’altro che sia coerente con l’idea di mobilità che abbiamo in testa. Ecco, questa coerenza fatico a trovarla in una giunta che per un verso spinge sulla Valdastico e punta a far muovere le persone su gomma e per un altro rilancia sulla ferrovia».

Quando parla di contesto generale, naturalmente, Valduga pensa (anche) alla sua città: «Una nuova ferrovia di quel genere dovrebbe essere legata anche a interventi accompagnatori della mobilità associata e dell’intermodalità. Dentro un protocollo di intesa, dunque, la Provincia dovrebbe sbloccare i ragionamenti sulla nostra stazione dei treni come pure quelli sulla stazione delle corriere ad ovest dell’areale ferroviario».

C’è poi la questione del finanziamento dell’opera: «Sarebbe interessante capire se le risorse arrivano da un bond provinciale oppure dal Recovery Fund e la questione non è per nulla di lana caprina - sottolinea il sindaco - perché a seconda dell’origine delle risorse la Rovereto-Riva dovrebbe essere collocata in un contesto di progettualità più ampia, che ci dica quali sono le priorità, la ratio degli interventi, i rapporti tra un progetto e l’altro. Questo, io, ancora non lo vedo all’orizzonte. Vedo invece tante idee, un po’ disordinate e non accompagnate da un disegno complessivo di sviluppo».

In passato, Valduga non aveva mancato di sottolineare anche l’aspetto legato alla sostenibilità di una nuova tratta ferroviaria: chi paga? Chi la gestisce? Tema che - nonostante oggi siano cambiate le prospettive di un possibile finanziamento dell’opera - resta comunque centrale: «Impossibile pensare di coinvolgere i privati offrendo loro il progetto di una tratta ferroviaria tra Rovereto e Riva, è troppo poco. È l’ulteriore dimostrazione di come la ferrovia vada inserita in un contesto più ampio, dentro un progetto di mobilità più grande. Ma se io penso di portare le persone in Trentino dal Veneto via gomma sulla Valdastico, beh, capisce anche lei che un eventuale piano industriale per la ferrovia sarebbe complicato da spiegare ad un privato».

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