L’arte di arrangiarsi  negli animali per la fame 

Il leopardo imita il verso delle scimmie per attirarle, la megattera crea una rete  di bolle che blocca i pesci e i coccodrilli attirano gli aironi con i legnetti in testa



TRENTO. Gli animali quando hanno fame prima ancora che cattivi, si fanno furbi, quest’ultimo mezzo più sicuro per risolvere il problema. Che dire del leopardo delle foreste del Sud America che ha imparato ad imitare il verso dei cuccioli di tamarino calvo per attirare nella trappola gli esemplari adulti? Oppure l’airone verde che cattura i pesci con delle piccole esche come le briciole di pane, fino a portarli in superficie a portata di becco?

Invece la tattica dell’airone nero dell’Africa è quella di aprire le ali in modo da creare una zona d’ombra: da una parte vede meglio i pesci che passano in quello specchio d’acqua, dall’altra pesci e crostacei si avvicinano pensando che quella macchia scura possa essere vegetazione e... il pranzo è servito. Lo squalo bianco tende a colpire a favore di sole: evita di rimanere accecato e ha un punto di favore rispetto alla preda. La trappola del megattere è invece l’acqua che emette dallo sfiatatoio creando un cerchio di bolle dal quale i pesci non riescono a sfuggire. Una furbizia accomuna i coccodrilli palustri indiani con gli alligatori americani ed è quella di restare immersi ed immobili anche per ore con dei bastoncini in testa: hanno capito che gli aironi per costruirsi il nido vanno alla ricerca di piccoli legni, proprio quelli che loro hanno sul capo e quando l’airone plana, basta un colpo di reni ed è fatta. Per il pesce rana l’esca è una parte del suo stesso corpo: un appendice simile ad un gruppo di vermi che attrae piccoli pesci e crostacei, quando si avvicinano comincia a muoversi animando l’esca ed è fatta: la preda finisce nell’enorme bocca del pesce rana. Curioso anche il mondo dei ragni. Le femmine del ragno dalla banda bianca muta colore fino a mimetizzarsi col giallo dei pollini e il gioco è fatto. I ragni Bolas emettono delle sostanze chimiche del tutto simili ai feromoni femminili delle falene: i maschi si avvicinano sperando in un amplesso ed invece finiscono in bocca al predatore.

La tecnica dei nibbi e dei falchi australiani è al limite del rischio. Non esitano infatti ad appiccare dei piccoli incendi per stanare le prede portando dei bastoni in fiamme da un luogo all’altro propagando così l’incendio, ma garantendosi nel contempo il cibo. (d.p.)









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