l’allarme

I sindacati: «In Trentino servono interventi strutturali per le scuole»

Presidio di Flc Cgil e Cisl sotto il Palazzo del Governo: «Ogni euro investito sulla scuola non è sprecato. La Provincia può, se crede nel valore dell'istruzione, ridurre il numero di bambini e studenti nelle classi trentine»



TRENTO. Servono interventi strutturali che mettano al centro la qualità dell'istruzione, valorizzando anche le positivi esperienze imposte da questo anno pandemico che ormai è agli sgoccioli. Per questa ragione oggi Flc Cgil e Cisl Scuola hanno organizzato un presidio simbolico sotto il Palazzo del Governo a Trento, mentre iniziative analoghe si sono svolte in tutta Italia per sollecitare il Governo, e Piazza Dante, a modificare le scelte assunte fino a questo punto, stanziando risorse adeguate per il mondo della scuola. In Trentino le due sigle sindacali chiedono più risorse per potenziare gli organici, stabilizzare i precari e ridurre il numero di studenti per classe.

«Ogni euro investito sulla scuola non è sprecato - sottolineano in una nota le segretarie provinciali delle due sigle, Cinzia Mazzacca e Stefania Galli -. La Provincia può, se crede nel valore dell'istruzione, ridurre il numero di bambini e studenti nelle classi trentine. Il limite di 25 alunni per classe, che arriva a 28 e anche più nella formazione professionale, deve calare e vanno limitati in tutti i modi possibili i rimescolamenti tra le classi per tornare alla situazione pre-covid. Stare in aula in 25-28 o starci in 16 è una cosa ben diversa. Senza dimenticare che non abbiamo alcuna certezza di quale sarà la situazione contagi a settembre. Sarebbe opportuno mantenere un criterio di massima cautela per il 2021/22 e lavorare a soluzioni strutturali per gli anni a venire che riducano il numero di studenti per ogni gruppo classe».

Sulla numerosità delle classi una riflessione ancora più attenta - sostengono i sindacati - va fatta per gli studenti con bisogni educativi speciali. I sindacati chiedono che si stanzino le risorse necessarie per stabilizzare tutti i precari. 













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