La buona notizia

I 28 ragazzi che ci fanno sperare in un futuro migliore: premiati da Mattarella

Il presidente li ha nominati “alfieri della Repubblica”. La più giovane ha nove anni


Michela Suglia


ROMA. Piccoli e già tanto altruisti. Così da pensare agli altri - che siano amici, parenti, anziani o sconosciuti in difficoltà - per strappare almeno un sorriso, regalare una chiacchiera, un libro, farmaci e aiuti. Gesti che non sono sfuggiti all'attenzione dei grandi e che il presidente della Repubblica ha voluto far conoscere con l'attestato di “Alfiere della Repubblica”.

Sono 28 i ragazzi che nell'anno nero della pandemia si sono distinti per impegno e solidarietà e perciò premiati da Sergio Mattarella. A loro si aggiungono le targhe assegnate a tre gruppi per azioni collettive. Si va dalla ricostruzione di banchi di scuola alla produzione di igienizzante.

Tra gli alfieri la mascotte ha 9 anni e viene dalla terra più ferita dal coronavirus: Silvia Artuso abita ad Albino, paese della Val Seriana a pochi chilometri da Bergamo e si è inventata un “videolibro” in pillole per i suoi compagni di classe. Ogni giorno leggeva ad alta voce un capitolo del suo libro preferito, girando nel frattempo un filmato. E quando ci sono stati problemi di connessione, ha ovviato leggendolo al telefono. La generosità passa anche così.

Ingegno, curiosità, speranza e voglia di futuro accomuna gli enfant prodige della solidarietà che hanno tra i 9 e i 18 anni. I più grandi spesso hanno scelto di aiutare gli altri attraverso associazioni di volontariato. E lì la scoperta più grande: “E’ un’esperienza che mi ha cambiato la vita e mi ha aiutato a crescere”, racconta Ginevra Scudiero, 17 anni e da quasi due volontaria della Croce rossa a Torino.

Durante il lockdown ha aiutato a distribuire pacchi alimentari e farmaci, cercando soprattutto di recuperali gratis per i più poveri e coordinando le consegne. “All'inizio la mia famiglia era preoccupata - ricorda - Poi si è accorta di quanto ero felice e mi ha sostenuta”.

La solidarietà come scelta per ricambiare quella ricevuta: è la storia di Angelo de Masi, diciottenne di Trani che un anno fa ha perso la madre in un incidente stradale, i suoi compagni di classe gli sono stati vicino e lui ha scelto di non dimenticare, facendogli ripetizioni scolastiche. “Avendo la media dell'8 e tanto tempo libero durante la pandemia - racconta - ho deciso di aiutare chi aveva difficoltà nei compiti”. Ad alcuni ha mostrato come si faceva un esercizio, ad altri ha mandato appunti e spiegazioni. Sorpreso del riconoscimento del Quirinale, lo vive però come un punto di partenza: “Voglio diventare uno chef - è il suo sogno - La strada è lunga ma il lavoro non mi spaventa”.

Maggiorenne è pure Giulio Carchidi che abita a Gasperina, duemila anime poggiate su una collina della provincia di Catanzaro e che per conto dell’Avis ha contribuito alla raccolta del sangue, particolarmente scarso all'inizio dell'emergenza. Più tecnologico e altrettanto solidale Giuseppe Cassano di Ruvo di Puglia, nel Barese. Si è dedicato a far funzionare la sua stampante 3D e a 16 anni ha costruito un centinaio di supporti di plastica per visiere di protezione, donate poi a medici e infermieri.

Ma c'è anche la generosità apparentemente scontata eppure potente, fra i 28 piccoli cittadini premiati. E' quella di Silvia Cavalleri, 13 anni e un amico con una disabilità grave, colpito per di più dalla morte del padre per Covid che rischiava di chiudersi nel dolore e isolarsi ancora di più. Così Silvia gli ha portato piccoli regali (biscotti fatti in casa, pennarelli, lettere) che lasciava davanti al cancello di casa a Pedrengo, vicino Bergamo, salutandolo dalla finestra.

Sua coetanea è Elena Mora di Parma, che agli amici ha donato il suo talento scrivendo racconti, poesie e un romanzo. “E’ la cosa più bella per me la sera, dopo una giornata non bella, mettermi davanti al computer e inventare una storia per far divertire gli altri”, dice la mini scrittrice al lavoro sul secondo libro.

Ha pensato alla lettura anche Niccolò Brizzolari, 18 anni e residente a Rovigo: usando i mezzi che aveva, ha registrato una versione audio di “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello e l'ha offerta agli anziani, specie quelli con problemi di vista.













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