Neonatologi, mantenere alta attenzione su fine-vita neonati



(ANSA) - ROMA, 3 APR - Mantenere alta l'attenzione sul difficile tema del fine vita dei neonati dinanzi a nascituri in "condizioni incompatibili" con la vita. A sottolineare tale necessità è la Società Italiana di Neonatologia (SIN), affinché ogni medico "possa fare da un lato tutto ciò che serve per mantenere in vita il neonato e dall'altro creare le condizioni per accompagnare i genitori e la famiglia verso la fine della vita, attraverso un percorso di cure palliative".    A differenza della Gran Bretagna, ricordano i neonatologi che hanno affrontato il tema nel corso dell'ultimo congresso nazionale, in Italia non è legale decidere l'interruzione della vita a qualunque età del paziente, né da parte della famiglia né degli operatori sanitari. I medici sono chiamati ad effettuare tutte le pratiche di assistenza intensiva indipendentemente dalla qualità futura della vita, dalle ripercussioni di queste sui neonati e dal rapporto costi/benefici. Negli ultimi anni numerose raccomandazioni sono state elaborate da istituzioni in molti Paesi, ma tra di essi non c'è accordo sull'approccio verso i neonati affetti da gravi patologie. L'American Academy of Pediatrics, ad esempio, prevede di non intraprendere le manovre rianimatorie in neonati di meno di 23 settimane o peso inferiore a 400 g, ed in Inghilterra sotto le 22 settimane nessun neonato deve essere rianimato. La legislazione italiana, ricorda la Sin, "non consente di astenersi dall'intraprendere la rianimazione, o di sospenderla, sulla base di valutazioni in ordine alla qualità o al valore della vita". Per i medici valgono le Raccomandazioni assistenziali del Consiglio Superiore di Sanità del 2008 secondo cui "al neonato sono assicurate appropriate manovre rianimatorie, al fine di evidenziare eventuali capacità vitali".    Nei casi in cui le cure non risultino però utili "si dovrà evitare che le cure intensive si trasformino in accanimento terapeutico". Dove non è possibile curare per guarire, conclude la Sin, "è doveroso salvaguardare la qualità della vita, per breve che sia, e aiutare i familiari ad affrontare la morte del loro bambino attraverso il percorso delle Cure Palliative".(ANSA).   









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