IL DRAMMA

Nessuna traccia dei tre dispersi sul K2. Tamara Lunger in salvo

L’altoatesina è arrivata illesa al campo base. "Sta fisicamente bene, ovviamente è molto triste" ha scritto il suo team sui social



BOLZANO. Tre dispersi, due morti, vari alpinisti con gravi congelamenti: si chiude con un tragico bilancio la stagione invernale al K2, la seconda montagna più alta della Terra (8.611 metri) e la più difficile da salire.

In salvo la bolzanina Tamara Lunger, arrivata illesa al campo base: "Sta fisicamente bene, ovviamente è molto triste" ha scritto il suo team sui social. In salvo anche il milanese Mattia Conte, che si è spinto fino a 7.000 metri prima di tornare a valle. 

La stagione era iniziata nel migliore dei modi con il grande exploit di dieci scalatori nepalesi, i primi a giungere in vetta d'inverno firmando una mirabile pagina della storia dell'alpinismo. Dopo il 'record' molte spedizioni - provenienti da mezzo mondo - hanno cercato di emulare le gesta degli sherpa.

E venerdì scorso, sfruttando una breve finestra di bel tempo (nonostante le temperature di molti gradi sotto lo zero), è scattato l'attacco alla vetta direttamente da campo 3, a 7.300 metri di quota. Alcuni hanno abbandonato il tentativo quasi subito, altri ci hanno provato ma hanno desistito dopo poco.

I più determinati ad arrivare in cima sono stati l'islandese John Snorri, il cileno Juan Pablo Mohr e il pachistano Alì Sadpara, il più forte alpinista del suo paese (è stato il primo con Simone Moro a 'conquistare' il Nanga Parbat d'inverno). Sicuramente sono saliti fino al 'collo di bottiglia', a circa 8.000 metri di quota, uno dei passaggi chiave verso la vetta.

Con loro c'era anche Sajid, figlio di Alì Sadpara, che è dovuto tornare indietro a causa di un problema al respiratore dell'ossigeno. Dopo non ci sono stati più contatti radio con i tre, nemmeno con i telefoni satellitari, e anche i rilevatori di posizione Gps hanno smesso di funzionare. Circostanza singolare, soprattutto per un trio di alpinisti di grande esperienza.

Non si esclude, pertanto, che possano essere stati coinvolti in un incidente nella parte finale dell'ascensione. L'esercito pakistano ha organizzato un sorvolo in elicottero: il velivolo si è spinto fino a 7.000 metri ma senza trovare traccia dei dispersi. Poi è rientrato a Skardu.

Durante la delicata fase di discesa dal K2, venerdì ha perso la vita il bulgaro Atanas Skatov, precipitato dopo una manovra errata nei pressi di campo 3 (il 16 gennaio la stessa sorte era toccata allo spagnolo Sergi Mingote). Tutti gli alpinisti impegnati nell'attacco alla vetta hanno fatto rientro alla spicciolata al campo base, alcuni come il greco Antonios Sykaris e lo statunitense Colin O'Brady hanno riportato congelamenti di terzo grado agli arti.

E' andata meglio alla bolzanina Tamara Lunger, arrivata illesa al campo base: "Sta fisicamente bene, ovviamente è molto triste" ha scritto il suo team sui social. In salvo anche il milanese Mattia Conte, che si è spinto fino a 7.000 metri prima di tornare a valle. 













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