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Marmolada, per il glaciologo Muse il ghiacciaio scomparirà in 30 anni

Il Cnr: da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali



TRENTO. "Il ghiacciaio della Marmolada, così come lo conosciamo ora, scomparirà nell'arco di 20 o 30 anni. Rimarranno delle placche di ghiaccio separate tra loro al riparo dall'irraggiamento solare e dai flussi di aria calda".

Così, il glaciologo del Museo della scienza-Muse di Trento, Christian Casarotto. "Già da tempo riscontriamo un fenomeno di frammentazione del ghiaccio in diversi settori. Quello che ha interessato il crollo, tra l'altro, era già una parte separata", ha specificato Casarotto.

Il fenomeno di riduzione e della frammentazione, a detta dell'esperto, sta interessando tutti i ghiacciai. "Le Alpi - ha detto al riguardo - sono un punto caldo del riscaldamento globale, e la tendenza di arretramento si registra su tutti i ghiacciai, anche i più grandi, che tuttavia rispondono più lentamente all'innalzamento delle temperature in quota".

All'origine della tragedia sulla Marmolada, "possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno scorso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali": lo rileva Renato Colucci, dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp).

"Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio", rileva l'esperto in una nota diffusa dal Cnr.

"Siamo quindi - prosegue - proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo". Secondo Colucci non ci sono ancora le condizioni per capire "se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute".

L'esperto rileva infine che "l'atmosfera e il clima, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio" e "purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni". Anche per questa estate, conclude, "dobbiamo mantenere la massima attenzione". (foto commissione glaciologica della Sat)













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