Alto Adige / La storia

Scambiano i camosci per lupi: due escursioniste danno l'allarme dopo aver avvistato il "branco"

Sulle montagne tra la val d'Ultimo e la val Venosta si è alzato anche l'elicottero del soccorso alpino, ma poi sulla neve c'erano solo le tracce degli ungulati



BOLZANO. Due escursioniste scambiano un gruppo di camosci per un branco di lupi e lanciano l'allarme, sul posto arriva anche l'elicottero e gli animali se ne vanno.

Ma, come riferisce il direttore dell'ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano, Florian Blaas, all'agenzia Ansa, le due donne, durante un'escursione sulle montagne tra la val d'Ultimo e la val Venosta, hanno avvistato da una certa distanza un gruppo di animali e temendo che si potesse trattare di lupi hanno segnalato il fatto al numero di emergenza.

Gli animali non si sono mai avvicinati alle donne. Sul posto sono così intervenuti esperti dell'ufficio provinciale, sulla neve non sono però state rilevate impronte di lupi, ma solo di camosci.

Le due, entrambe 23enni del posto, si trovavano nei pressi del passo di Tarres a 2620 metri di quota, quando hanno avvistato 7-8 animali. 

Temendo che fossero lupi e che si avvicinassero, hanno lanciato l'allarme con il telefonino e con l'arrivo dell'elisoccorso Pelikan 3 gli animali sono scappati. 

Anche la forestale aveva fatto sapere che non risulta la presenza di un branco di lupi in quella zona.

Come noto, i camosci, come altri ungulati, in qualche circostanza, se incrociato o avvistato anche a distanza relativamente ridotta, può indugiare per un po' e osservare le persone, prima di dileguarsi.

Nelle ultime settimane in Alto Adige, come e forse più che in Trentino, la presenza dei lupi e il pericolo che rappresenterebbe (specie per gli alpeggi) è stata al centro di denunce e dibattiti anche a livello mediatico, istituzionale e politico.













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»