il caso

Polemica sull'apertura della galleria Adige – Garda: “Intervento in ritardo e dannoso”

Le critiche del vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni e dell’assessora veronese alla sicurezza Stefania Zivelonghi: “Non sono state rispettate le regole”. La difesa del vicepresidente Tonina: “Abbiamo atteso che ci fosse l’unanimità” (foto Ansa)

VIDEO. Tonina: Galleria Adige-Garda, via libera all'apertura anticipata


di Daniele Peretti


SALO’. E’ confronto acceso sulla ritardata apertura della galleria Adige - Garda rispetto all’onda di piena che si era verificata martedì mattina verso le 11,30. Invece l’ordine di apertura è arrivato nel pomeriggio alle 17,30 con la portata dell’Adige in diminuzione e con previsioni meteo in miglioramento. Filippo Gavazzoni vicepresidente della Comunità del Garda che non solo ha diffuso una dura nota, ma minaccia denunce anche in sede penale per quella che viene definita una decisione inaudita col livello dell’Adige in calo, afferma: “Noi non siamo assolutamente contrari all’apertura della galleria, provvedimento indiscutibile se ci sono i presupposti, presupposti che al momento della decisione non c’erano più. Si è fatto cioè passare il momento a rischio che era alla mattina e non più al pomeriggio quando l’Adige al Ponte San Lorenzo era ad un livello di + 4, 70 metri sullo 0 idrometrico per calare ulteriormente dopo un quarto d’ora.”

Intervento in ritardo e quindi inutile? “Non solo, ma la galleria è stata aperta con l’Adige in calo e sotto i livelli consentiti e concordati per questa operazione. Chi ha deciso che galleria andava aperta e con quali motivazioni? Alla 21,30 dopo uno scarico di 150 mc/secondo la galleria è stata chiusa.”

Sui tempi dell’apertura interviene anche l’assessore comunale veronese alla sicurezza Stefania Zivelonghi: “I ponteggi dell’impalcatura sul Ponte Nuovo sono stati colpiti ripetutamente dal materiale trascinato dal fiume riportando seri danni. Purtroppo abbiamo saputo che la Galleria del Garda, contrariamente a quanto era stato reso noto in mattinata, è stata aperta alle 17,30 ritardando gli effetti dello sfiato.”

Ma per il lago Garda quali sono gli effetti negativi dell’immissione di acqua? “Ribadisco prima di tutto che come Comunità del Garda non siamo per nulla contrari all’apertura della galleria a patto che sia un intervento utile a salvare persone e beni a sud di Mori. Nel 2002 è stato sottoscritto un accordo per il quale la competenza sullo scolmatore viene affidata alla Provincia di Trento con regole precise. Regole che martedì non sono state rispettate ed i rischi che ha corso il lago sono serviti ben poco per la salvaguardia della comunità”.

Quali sono questi rischi? “ Prima di tutto non esistono studi su cosa possa succedere al Garda quando la galleria si apre, di certo non ha un impatto positivo sull’ecosistema. Va ricordato come il lago di Garda alimenti molti acquedotti non solo dei comuni gardesani, ma anche dell’entroterra come San Zeno di Montagna. L’immissione di acqua di piena non garantisce il mantenimento dell'idropotabilità, anzi. Non solo, ma dal momento che i maggiori benefici sono della città di Verona, il Comune potrebbe contribuire in maniera significativa al finanziamento degli studi sull’impatto che ha l’apertura della galleria sul lago. Rischi che accettiamo volentieri ripeto se possono servire al contenimento dei danni è semprechè siano in linea con le procedure concordate: cosa che martedì non è successa”.

La difesa della Provincia di Trento dell’assessore Tonina: “Non siamo solo noi a decidere, ma lo facciamo insieme alle Regioni Veneto e Lombardia e all’Aipo. Alle 11 di martedì mattina le regioni hanno dato il nulla osta, a ritardare l’apertura sono stati i Comuni dell’asta dell’Adige perché non era certo il raggiungimento dei limiti massimi fissati nell’accordo del 2002. Era favorevole anche Torbole il Comune più danneggiato dall’arrivo dell’acqua, ma non tutti gli altri: l’apertura è avvenuta solo quando c’è stata l’unanimità di giudizi”.













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