lago di garda

L'arrivo del granchio blu riaccende il dibattito sulle specie invasive

«Serve una norma sulla sanificazione carene e motori, per limitare gli arrivi - attraverso le barche - di specie potenzialmente invasive», dice il vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni


Daniele Peretti


PESCHIERA.  La denuncia del Wwf della quale abbiamo scritto ieri,

riguardante l’arrivo certo del granchio blu nelle acque del lago di

Garda con la proposta tra le forme di contenimento e prevenzione

dell’obbligo di bonifica delle imbarcazioni, non coglie impreparati

gli amministratori.

E’ vero che il granchio blu con la sua inaspettata risalita del Po ha sorpreso tutti, ma è anche vero che non sarebbe la prima specie invasiva che si inserisce a forza nell’habitat gardesano.

Quella che in tempi recenti ha causato i danni maggiori è stata la Dreissena Polymorpha, dalla cui invasione è partita l’iniziativa di

bonificare le barche. «Già nel 2019, con della firma del Contratto di

Lago a Peschiera del Garda – spiega Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda e assessore al Comune di Peschiera - sottoscritto da tutti i sindaci gardesani, si era posta l'attenzione sulla necessità di istituire una norma sulla Sanificazione carene e motori, proprio per limitare ulteriori immissioni di specie potenzialmente invasive. Questa proposta è proprio inserita nel Contratto di Lago, fa parte infatti di uno dei suoi punti programmatici».

«Ma cosa c'entra il granchio blu con la legge sulla Sanificazione Carene e Motori per il Lago di Garda? - si chiede l'assessore - è un parallelismo: infatti il granchio blu, ormai da decenni, popola la Laguna Veneta ed è arrivato proprio con le navi oceaniche, probabilmente all'interno dei gavoni delle stesse, così come le principali specie invasive del Lago di Garda sono arrivate agganciate gli scafi, motori o all'interno dei gavoni delle barche provenienti da laghi esteri, già precedentemente contaminati, come confermato dalle analisi genetiche della Dreissena polymorpha, proveniente proprio dai laghi tedeschi. Sono proprio le imbarcazioni, le loro chiglie e i gavoni con l'acqua di sentina ad essere il vettore di contaminazione, in grado di portare anche specie con carattere di invasività da un bacino idrico all'altro».

Il Lago di Garda, a causa del suo bacino chiuso, diventa così un habitat molto particolare che va salvaguardato in tutti i modi.

«Se avete sottoscritto un accordo nel 2019, la proposta della bonifica delle barche non è una novità - conclude Gavazzoni - non lo è per quanto riguarda il Veneto, lo sarebbe se diventasse un obbligo in tutta la costa gardesana. La sanificazione delle Carene e Motori quindi non è una proposta fatta sull'onda dell'emotività del granchio blu, era già stata formulata nel 2019 proprio sulla base di tutte quelle evidenze scientifiche nazionali ed internazionali che chiedono di salvaguardare gli habitat naturali perché, aggiungo io, sono e saranno sempre più importanti per la società, per la qualità della vita e per l'economia. La Regione Veneto ha già ampiamente recepito la proposta di legge, ora spetta a Regione Lombardia e Provincia Autonoma di Trento accelerare in tal senso, per arrivare quanto prima ad una legge interregionale in quanto il Garda deve avere una legge identica per tutte tre le sue sponde, quindi interregionale. Questa futura legge mi auguro diventi realtà quanto prima, perché l'unico modo per contrastare una specie alloctona invasiva è la prevenzione.Tutta la letteratura scientifica concorda sul fatto che quando una specie con carattere di invasività riesce ad acclimatarsi in un ambiente, questa risulta poi praticamente impossibile da eradicare».

C’è da sperare che l’urgenza della problematica del granchio blu

possa accelerare l’iter legislativo di un provvedimento che dovrebbe diventare obbligo in tutta la comunità del Garda.













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