l’interrogazione

Troppo rumore: il caso delle campane della discordia (e sotto sequestro) finisce a Bruxelles

La vicenda al confine fra Italia e Slovenia e sono stati hli otto eurodeputati sloveni hanno presentato un'interrogazione alla Commissione Ue, denunciando l'interruzione di una tradizione


di Francesco De Filippo


TRIESTE. All'inizio sembrava una polemica alla Peppone e don Camillo tra (ex) comunisti sloveni della (ex) Jugoslavia e cattolici nostrani; poi la vicenda ha preso la strada delle carte da bollo e tra sentenze e regolamenti invece di appianarsi si è ingarbugliata ancor di più e somiglia oggi a quelle beghe medievali di paese che crescono fino a diventare disfide.

Non sarà così, ma intanto gli eccessivi rintocchi delle campane della storica chiesa di Sant'Ulderico/Sveti Urh a Dolina sono giunti come interrogazione sui tavoli dell'amministrazione dell'Ue.

Dolina è una frazione del piccolo comune di San Dorligo della Valle, in provincia di Trieste, a ridosso del confine con la Slovenia.

Probabilmente sconosciuta ai più, fino a quando tutti e otto gli eurodeputati sloveni non hanno presentato l'interrogazione alla Commissione Ue chiedendo, innanzitutto, se la Commissione fosse a conoscenza del caso dei rintocchi e del sequestro delle cmapane e in che modo intenda operare per "far cessare le sproporzionate azioni nei confronti della libertà religiosa e della tradizione culturale nell'area dove vive la Comunità autoctona slovena nella Repubblica Italiana".

Il dubbio che gli operosi burocrati impegnati a governare le istanze di 500 milioni di persone e in un momento delicato come questo per la diplomazia, siano a conoscenza della vicenda delle campane di Sant'Ulderico è lecito.

Ancor di più, dunque, se gli stessi amministratori abbiano le idee chiare su come sciogliere l'intricata faccenda.

Scherzi a parte, in ballo ci sono rapporti sempre delicati tra comunità italiana e slovena, tanto che gli europarlamentari, riferendosi al sequestro delle campane, parlano della "interruzione di una lunga tradizione e una ingerenza nella cultura e nei costumi". E criticano il provvedimento della magistratura italiana definendolo "sproporzionato" e pericoloso per "la complessa convivenza tra le persone e le nazioni che convivono in quest'area".

La vicenda nasce dopo una petizione contro lo scampanare, ritenuto per molti eccessivo: il parroco, Klemen Zalar, avrebbe regolato l'orologio campanario alle 6, alle 12 e alle 20 con almeno 70 colpi di batacchio, e inoltre un rintocco ogni quarto d'ora, dalle 7 alle 21 con questo ritmo: due colpi al primo quarto d'ora, 4 alla mezz' ora e 6 al terzo quarto.

Una "situazione insostenibile" per chi abita nei pressi e si era preso la briga di misurare con un fonometro il suono, rilevando il frequente superamento delle soglie limite di legge.

Investita del caso la magistratura, le campane sono state sequestrate e poi dissequestrate solo quando una sentenza ha stabilito più contenuti rintocchi e forza del suono.

Indicazioni che non potrebbero essere rispettate a causa di un complesso funzionamento dell'impianto. Risultato: Dolina è piombata nel silenzio e dal 12 gennaio scorso la parrocchia di Sant'Ulderico è l'unica in Italia dove riti religiosi, funerali e altre liturgie si svolgono senza la millenaria tradizione "cattolica e pure locale, strettamente legata alla Comunità autoctona slovena in Italia". 













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