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Notte di spari al confine dell'Ucraina, ma la diplomazia è ancora al lavoro

"Solo ieri una cinquantina di violazioni della tregua a Lugansk" informa la Tass

ROMA


ROMA. Le truppe ucraine hanno continuano a bombardare per tutta la notte il territorio della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) inclusa la città principale dell'autoproclamata repubblica: lo afferma, riferisce la Tass, la missione della Dpr presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento.

Gli attacchi sono iniziati alle 2.16 ora di Mosca (0,16 in Italia) e hanno preso di mira l'insediamento di Staromikhailovka, alla periferia occidentale di Donetsk, ed è stato il sesto bombardamento nell'area dalla mezzanotte russa.

Colpiti anche gli insediamenti di Zaytsevo Yuzhnoye e Spartak, bersagli di colpi di mortaio.

Dopo le 3 ora di Mosca, secondo la missione, ci sarebbero stati altri sei bombardamenti, e altri due attacchi avrebbero colpito Dokuchayevsk e Yelenkovka alle 4.25 e alle 4.37 ora locale.

Ieri, 19 febbraio, l'altra repubblica separatista, quella di Lugansk, avrebbe subito una cinquantina di attacchi da parte delle truppe di Kiev in violazione del cessate il fuoco, secondo la missione locale presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (JCCC). Gli attacchi hanno preso di mira - riferisce la Tass - 27 aree residenziali. 

Intanto il presidente americano Joe Biden convocherà oggi, 20 febbraio,  una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale sulla crisi ucraina. Lo rende noto la Casa Bianca, riferendo che il presidente e il suo team per la sicurezza nazionale, da cui è regolarmente aggiornato, ribadiscono che "la Russia potrebbe lanciare un attacco contro l'Ucraina in qualsiasi momento".

"Oggi pomeriggio il presidente ha ricevuto un aggiornamento sugli incontri della vicepresidente Kamala Harris alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza con il presidente ucraino Zelensky, la presidente della Commissione europea Von der Leyen, il segretario generale della Nato Stoltenberg, i leader degli Stati baltici (il premier estone Kallas, il presidente lettone Levits e quello lituano Nauseda), il cancelliere tedesco, il primo ministro greco Mitsotakis e i leader di altri Paesi alleati e partner"













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